La fondazione di Kroton avvenne sulla fine dell'VIII secolo a.C. ad opera degli Achei.
Di tale evento la leggenda ha tramandato la storia di Myskellos di Rhype il quale,
avendo interrogato l'oracolo di Apollo a Delfi ebbe l'ordine di fondare una nuova città
nel territorio compreso fra Capo Lacinio e Punta Alice.
Attraversato il mare ed esplorate quelle terre, Myskellos si chiese se non fosse stato
meglio fermarsi a Sybaris, già florida e accogliente anziché affrontare i rischi della
fondazione di una nuova città. Il dio adirato gli ordinò di rispettare il responso
dell'oracolo, intimandogli di fermarsi fra il promontorio Lacinio e la sacra Krimisa.
Il ricordo di questa tradizione legata alla divinazione della sacerdotessa di Apollo, si
mantenne nel tempo, tanto che il tripode delfico, inciso sulle monete coniate a Kroton,
rimase fino ad età romana l'emblema della città.apollo.jpg (7035 byte)
Un'altra leggenda si intreccia al racconto della fondazione; sarebbe stato Eracle
o Ercole a fondare la città in onore del suo amico Kroton, da lui ucciso per errore
al posto del ladrone Lacinio che gli aveva rubato alcuni buoi. Per onorare l'amico
che lo aveva ospitato, Ercole lo fece seppellire con solenne cerimonia sulle
sponde del torrente Esaro e poi vicino alla tomba fece sorgere la città che prese
il suo nome. Mentre un'altra tradizione fa risalire il nome della città all'eroe
Crotone, fratello di Alcinoo re dei Feaci.
La fama di Kroton nell'antichità era legata alla salubrità del suo clima e alla prestanza
fisica dei suoi uomini, tanto che superò ogni altra polis greca nel numero di
vincitori nei Giochi Olimpici: un proverbio diceva "ultimo dei Crotoniati primo dei Greci".
La città era inoltre un centro culturale ricchissimo di fermenti, come testimonia la
presenza, a partire dal 530 a.C. circa, del filosofo e matematico Pitagora e della
prestigiosa scuola di medicina di Alcmeone.
I discepoli di Pitagora vivevano in una comunità organizzata e regolata dalle
leggi dello stesso maestro; studiavano le discipline del quadrivio (musica,
aritmetica, geometria e astronomia). Credevano anche nel potere magico dei numeri
e nei culti orfici. I pitagorici furono i primi a fondare una scuola di insegnamento
superiore, a Metaponto ed a Kroton molto simile alle nostre università.
La grande ricchezza e l'intraprendenza degli abitanti la spinsero a muovere guerra
alla sua più diretta rivale: nel 510 a.C. i Crotoniati armarono un esercito guidato
dall'atleta Milone e annientarono le forze sibarite, distruggendo per sempre la città
di Sybaris.
Dopo la vittoria la potenza di Kroton raggiunse l'apogeo e le sue mire espansionistiche
la portarono a cercare l'egemonia su tutte le rotte commerciali del territorio dell'attuale
Calabria.
A tanto splendore doveva corrispondere una città grande e ben strutturata, infatti
Tito Livio parla di un perimetro urbano di circa diciotto chilometri; gli scavi sulla
collina di Santa Lucia hanno portato alla luce tratti di quella cinta muraria, databili
IV secolo a.C., realizzata in grossi blocchi di arenaria.
Gli ultimi tempi hanno visto un grande incremento nei lavori di scavo: si è andato
definendo l'impianto urbanistico della città articolato su maglie regolari, orientato
nord-sud con strade larghe circa cinque metri, in cui si possono grosso modo
distinguere tre nuclei dei quali l'area dell'attuale Castello rappresenta l'Acropoli.
Non è stata ancora data un'ubicazione certa all'antico porto, anche se si ipotizza
l'esistenza di un porto artificiale costruito alla foce dell'Esaro, ma è certo che nella
città si svolgeva una forte attività commerciale e produttiva, come documentano
le interessanti scoperte nelle aree cosiddette delle Cooperative e delle Vigne di Galluccio.
A Kroton esistevano inoltre importanti aree sacre e santuari suburbani, il più famoso
dei quali era il santuario di Hera Lacinia (VI secolo a.C.). L'imponente tempio dorico
periptero esastilo, un tempo decorato dai dipinti di Zeusi e del quale non resta che
un'alta colonna, era luogo di venerazione da parte di tutti i Greci d'Occidente.
vaso.jpg (9450 byte)Negli ultimi anni nell'area di Hera Lacinia a Capo Colonna
sono stati riportati alla luce i resti di un più antico edificio di culto; altre strutture
sacre sono state scavate a "Vigne Nuove", mentre è stato rintracciato un più antico
santuario (VII-VI secolo a.C.) detto di Sant'Anna, in cui probabilmente veniva
venerata una divinità acquatica.
I rinvenimenti archeologici hanno confermato lo stretto rapporto dei Greci con le
popolazioni autoctone all'epoca della colonizzazione; anche il celeberrimo santuario
di Hera Lacinia venne probabilmente fondato su un'area già considerata sacra
dalle popolazioni locali e il cui carattere religioso si è mantenuto inalterato fino ai nostri
giorni.
Diodoro Siculo racconta della consuetudine che avevano le donne di Kroton di
piangere ogni anno la morte di Achille, mostrando così la loro partecipazione al dolore
della madre Teti, colei che aveva fatto il dono delle terre di Capo Lacinio:
ancora oggi le donne di Crotone, attraverso la devozione alla Madonna di
Capo Colonna, mantengono viva la consuetudine di un'attività di culto
essenzialmente femminile.
Oltre alla città di Kroton, l'intero territorio legato alla polis è stato oggetto di studi
che hanno documentato una complessa presenza di culture già in età assai antiche.
La presenza di villaggi indigeni e il loro rapporto con il mondo greco delle colonie
è stata rilevata in moltissime zone del crotonese come le Murge di Strongoli,
il Timpone del Gigante a Cotronei (nel cuore della Sila), a Cerenzia, a Casabona,
a Cirò Superiore.
Un sito che continua a restituire materiale archeologico di estremo valore storico
e artistico è la città di Strongoli (antica Petelia), dove sono stati riportati alla luce
le decorazioni architettoniche di un tempio (IV secolo a.C.), un gocciolatoio
a protome leonine, un acroterio di grandi dimensioni.
Il ricco materiale rinvenuto nel corso degli scavi nella città di Kroton e nel suo territorio
può essere ammirato nel Museo Archeologico Statale di Crotone.
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