venerdì 9 luglio 2021

I vini di Ongaresca a Milano, per raccontare le colline di Costabissara e Isola Vicentina

 

Con la presentazione del progetto L'Europa delle Scienze e della cultura (Patrocini Iai-Iniziativa Adriatico Jonica , Ente Friuli nel Mondo e Associazione per gli italiani nel mondo), Borghi d'Europa ha dato spazio ai territori che compongono il variegato mosaico delle esperienze regionali.

A Milano, presso l'Osteria la Stazione l'Originale, è stato così possibile introdurre il percorso informativo che riguarda l'Altra Vicenza, le colline di Isola Vicentina e Costabissara.

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno già visitato una ventina di aziende per costruire una Via del Gusto inedita, che verrà raccontata, settimana per settimana, a partire dal 15 luglio, fino a dicembre 2021.

Ma , per sottolineare le storie, è stato possibile degustare gli splendidi vini di Ongaresca (Costabissara), che ha potuto partecipare all'incontro grazie alla simpatica effervescenza di Chiara, sommelier e addetta commerciale dell'azienda stessa.



" Nel DNA sono segnati i caratteri distintivi di ognuno di noi.

Passione, tradizione e innovazione sono i nostri. Esprimere questa passione attraverso ogni vendemmia, ogni bicchiere del nostro vino, è un’opportunità per trasmettere le caratteristiche tipiche della nostra terra mantenendo costantemente quell’equilibrio tra rispetto per il territorio e innovazione.

Solo così le nostre radici, forti e profonde, ci permettono di guardare al futuro, continuando a comunicare a tutti gli appassionati del buono e del piacere, l’evoluzione e l’amore, ingredienti fondamentali dei nostri vini.

La nostra attenzione per il dettaglio è la sublimazione del piacere stesso di assaporare un vino realmente unico e ogni sorso lascia che il palato riscopra sapori legati ad antiche tradizioni, ma con nuove esperienze di ricerca.

Perché anche la storia è in movimento e Ongaresca si muove con essa.

Il tempo non si ferma, e saper mutare con esso è ciò che ci contraddistingue.

Crediamo che restare in quel moto perpetuo ed essere plasmati con il territorio che ci circonda, ci permetta di offrire, non solo un semplice bicchiere di buon vino, ma un’esperienza di piacere che inebria il palato e l’anima. Da noi lo sguardo accarezza il cielo e l’aria, assapora ogni stagione e si posa su una terra generosa, ricca e forte.

La nostra idea di “buon vino” è rinunciare a produzioni abbondanti al fine di ottenere vini di grande qualità e personalità.

La continua e crescente richiesta del pubblico e il continuo interesse nei confronti dei nostri vini però ci appaga, confermando la nostra scelta.

La cantina è sempre a disposizione di tutti coloro che sono appassionati di vino e amano ancora stupire i propri sensi con autentiche percezioni di alta qualità.

Oggi Ongaresca si sta impegnando per crescere nel mercato nazionale ed internazionale, investendo e valorizzando la specificità dei propri vini, tipici i queste zone del Veneto, un territorio ricco di risorse naturali, storiche e culturali, per essere sempre più competitiva e per una continua ricerca della qualità delle sue produzioni. "




venerdì 2 luglio 2021

VINI ASSAGGIATI ALL’OSTERIA DELLA STAZIONE A MILANO DURANTE L’INCONTRO SUL PROGETTO “EUROPA DELLE SCIENZE E DELLA CULTURA

 


 

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Milano, 29 Giugno 2021- Durante l’importante incontro di presentazione del progetto “Europa delle scienze e della cultura” (patrocinato Iai- Iniziativa Adriatico Jonica), tenutosi nella tana del gusto friulana a Milano diretta da Gunnar Cautero, con la regia di Borghi d’Europa, sono stati assaggiati alcuni ottimi vini di diverse zone del Belpaese.

Si è parlato molto e se ne parlerà per molto di turismo sostenibile, che riguarda anche il settore vinicolo.

All’Osteria della Stazione l’Originale, nel momento più conviviale dell’incontro per la stampa, sono stati proposti piatti friulani di spessore, abbinati ai vini del Collio di Villa Vasi e di Korsic e dell’Oltrepò Pavese di Defilippi-Cantine i Gessi della località Oliva Gessi, rinomata per la qualità dei bianchi da Riesling Renano e per le varie declinazioni di Pinot Nero.

Di Defilippi è stato provato prima lo Spumante Metodo Classico Brut Rosè “Maria Cristina” 2019, affinato sui lieviti per 24 mesi e dotato di una beva incredibile, avvolgente e molto persistente e poi il Riesling Renano Igt 2019 “Fabbio”, che conferma la mineralità propria della zona di Oliva Gessi e dei sentori fruttati floreali molto spiccati, un bel bianco complesso.

Per il Collio di Villa Vasi, cantina goriziana diretta da Gianluca Pelizzon, è stato provato prima il Friulano Friuli isonzo Doc 2020, intenso e di carattere, con lieve retrogusto ammandorlato e poi il Collio Bianco Venezia Giulia Igt “Autocktona” da uve Friulano, Malvasia Istriana e Ribolla Gialla, un vino elegante, con un bouquet floreale e fruttato importante e al palato fresco e sapido.

Della cantina di Fabjan Korsic di San Floriano del Collio infine sono stati assaggiati il Friulano Doc Collio e il Collio Bianco da uve Friulano, Ribolla Gialla e Chardonnay (diversamente dall’Autoktona di Villa Vasi in cui si usa la Malvasia Istriana): il primo ricorda la Ponka (sottosuolo formato da marne ed arenarie) per la vitalità che esprime, un vino grintoso ed intenso, mentre il Collio Bianco si è rivelato molto fresco in bocca, con una bella rotondità e persistenza.

In alto i calici!

Azioni di sostenibilità virtuosa a San Marino


 


Come abbiamo già scritto, il concetto di sostenibilità è bellissimo e stimolante, ma il problema è come tradurlo in azioni pratiche; l’importante è che ciascuno si ponga il problema e trovi la maniera di attuare azioni conseguenti, che saranno diverse, dipendendo dalle forze di ciascuno e dalle sue specificità; quello che conta è che queste diverse azioni convergano verso un risultato: la sostenibilità ambientale.

Su questo tema a San Marino, la terra della libertà, si sta sperimentando un approccio semplice ed adatto alle caratteristiche del territorio: “Bosco Green. Il bosco degli imprenditori differenti”.

Il progetto – ci spiega Gabriele Geminiani, ideatore del festival - è un’iniziativa del San Marino Green Festival, nata dai cenacoli creativi fra me e Luigi, titolare di Equipe Luigi, parrucchiere a San Marino.

L’impresa può sostenere la transizione ecologica puntando a una profonda collaborazione con i territori. In un momento in cui piantare alberi sembra essere una delle parole d’ordine della transizione ecologica, nella Repubblica di San Marino si rilancia e si punta al rimboschimento, non solo piantando alberi, ma seguendoli durante tutto il loro sviluppo. L’obiettivo è di creare un bosco di comunità, in cui realizzare eventi e progetti didattici con le scuole. In sostanza, si vuol fare in modo che un luogo verde possa essere “partecipato” e vissuto.

Gabriele Geminiani (a dx) e Luigi Ceccoli dell’Équipe Luigi



L’idea è quella di coinvolgere gli imprenditori sammarinesi a piantare o custodire le piante che andranno a rinverdire un suolo pubblico alla Ciarulla, nel castello di Serravalle. In questo modo gli imprenditori (e anche i piccoli artigiani e commercianti) avranno modo di ridurre, fino ad annullare, l’impronta ecologica delle proprie attività. L’operazione viene fatta in collaborazione con la Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ugraa, l’Ufficio gestione risorse ambientali ed agricole di San Marino.

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Dietro il progetto ‘Bosco Green’c’è l’intento di creare un percorso sostenibile rivolto a tutti gli imprenditori, anche i più piccoli; abbiamo deciso di partire da una particolare piantumazione di alberi, con specie autoctone. Vogliamo prendere per mano ogni professionista per avviarlo a un percorso di consapevolezza verso la sostenibilità della propria azienda. Una sorta di audit con più invitati in cui ognuno mette sul tavolo il proprio concetto di sostenibilità e ciò che più o meno coscientemente ha già messo in campo fino ad ora.

Ci crediamo perché oggi in questo processo di sostenibilità ambientale non mancano le imprese più grandi, che sono forse più facilitate a partecipare ai percorsi di transizione ecologica, mentre le piccolissime, le piccole e le medie imprese hanno una difficoltà dettata anche dalle loro dimensioni imprenditoriali. Noi vogliamo accompagnarle».

- Ma qual è la differenza tra un bosco e un “bosco di comunità”?

«Un’iniziativa del genere – ci risponde - punta al concetto di comunità, inteso come qualcosa che cresce e alle cui radici ha una nuova consapevolezza di relazionarsi con proprio territorio e il proprio ambiente. Dobbiamo rendere estrinseco questo valore aggiunto. Si parte dalle visite e dai progetti didattici con le scuole: le piante dicono molto, possono parlarci di storie e di futuro. Già San Marino Green Festival ha creato un’iniziativa che si chiama “Progetto Flora adotta un albero”, che aveva l’intento di fare incontrare due creature diverse, una animale e l’altra vegetale, affinché si generasse fra loro un dialogo. L’idea era di favorire l’accrescimento nelle persone del sentimento che accudire una pianta è accudire una creatura vivente, osservandola nelle varie fasi della crescita e dello sviluppo stagionale, dalla fioritura, al frutto e al seme. Dalla pianta, ora, passiamo al bosco».

Giampiero Valenza