domenica 13 dicembre 2015

Delizie gastronomiche austriache e stiriane




Non per niente la Stiria viene definita il cuore verde dell'Austria. La regione è infatti la patria di numerose delizie gastronomiche, coltivate nei campi attorno alle case. E hanno tutte un elemento comune: sono cibi sani. Dall'insalata iceberg all'Almo...
L'insalata iceberg
Delicata e al tempo stesso croccante, dolcemente succosa, ma con un gusto che perdura, l'insalata iceberg è la principessa nel suo genere. Forma una simbiosi pressoché naturale con l'olio di semi, ma anche con altri condimenti gustosi.
L'insalata più apprezzata in Austria è anche ricca di vitamina B1, B2, B6, fibre, potassio, calcio, manganese, ferro, rame, zinco, fosforo e carotene. Inoltre è di particolare rilievo il suo tenore di acido folico.

Mela della Stiria orientale
La "Strada della mela" nella Stiria orientale vi guiderà direttamente attraverso succhi, mosto, liquori, marmellate, ma anche grappe e distillati, direttamente dai contadini. Inoltre la stella dei distillati è l'"Abacus", che gli esperti di mele, i cosiddetti Apfelmänner, producono in abiti tipici, osservando dei rituali rigorosi. Le mele fresche si trasformano nuovamente in prelibatezze, come strudel di mele, torte o gelato. Nei menu si trovano delicatezze come zuppa di mosto o stufati, tutti rigorosamente a base di mele.
Sapevate che il consumo giornaliero di mele della Stiria riduce il rischio di malattie cardiocircolatorie, di cancro e di aterosclerosi?
Che il consumo regolare di mele è in grado di ridurre sino al 20% il livello di colesterolo? Che la mela esercita una notevole protezione antiossidante? Che è in grado di legare le sostanze contaminanti presenti nello stomaco? Il suo contenuto di potassio ha un effetto positivo sul bilancio elettrolitico; inoltre il suo contenuto naturale di Vitamina C protegge nei confronti delle malattie infettive.

Olio di semi di zucca della Stiria dgp (denominazione geografica protetta)
Si tratta del simbolo per eccellenzadelle delizie della Stiria: il suo colore verde scuro, l'aroma che ricorda le nocciole e il gusto intenso la rendono indimenticabile. Il seme di zucca della Stiria, privo di scorza, è un tipo di coltivazione praticato da oltre 100 anni dagli agricoltori locali, mentre le origini dell'olio risalgono addirittura al XVIII secolo. Dal 1996 l'origine dell'olio è protetta dall'Unione Europea.
Cosa si dice di quest'olio? Elevate proprietà antiossidanti, ma anche elevata protezione nei confronti dei disturbi cardiocircolatori e dei processi di invecchiamento delle cellule. È ricco di vitamina E, selenio e contenuti vegetali secondari, privo di colesterolo, di cui riesce a ridurre i livelli plasmatici, ricco di acidi grassi essenziali, ha un'azione benefica su prostata e vescica.

Pera Pöllauer Hirschbirne

Proviene da un'antica varietà di pere tipiche della Stiria. Tuttavia solo nella Pöllauer Tal se ne trovano coltivazioni estese, i cui alberi, piantati per lo più in filari o sparsi all'interno di frutteti, risalgono anche a 200 anni fa.
Da secoli le pere Hirschbirne caratterizzano il paesaggio della Pöllauer Tal, dove sono la base per la cultura della pera da mosto. Gli alberi sono particolarmente apprezzati per la loro longevità, per la resistenza al gelo, per l'elevata produttività, ma anche per la facilità di trasporto e la conservabilità del frutto. Da sempre la Hirschbirne viene impiegata per la produzione di mosto, distillati e "Kletzen", pere essiccate ricchissime di vitamina (disidratate). Alcuni contadini producono anche un purissimo aceto di pere, caratterizzato da un gusto assolutamente particolare.
La Hirschbirne ha un basso livello di acidità, è particolarmente indicata per le persone con intolleranze, è ricchissima di potassio e ha un effetto diuretico. Inoltre è particolarmente ricca di ferro e di fibre.

Prosciutto Vulcano della Stiria
Dolci colline vulcaniche, gradevoli pensioni e personale attento: la regione è un vero e proprio paradiso per gli appassionati di vino e per chi ama le specialità regionali. Tra le sue specialità un posto d'onore spetta al prosciutto crudo, la cui stagionatura è di almeno sei mesi, apprezzato anche oltre i confini nazionali. Delicatamente speziato, il suo gusto è reso più fine dalla nota di legno di faggio. A tutti gli altri ingredienti che rendono così unico il prosciutto Vulcano ci pensa il tempo. Il risultato: un vero prodotto naturale, realizzato con maiali Vulkanland, sale marino delicato ed equilibrato e diverse erbe aromatiche, per creare un gusto leggero e delicato.

Selvaggina Hochschwab
La carne, sana e magra, e il suo gusto caratteristico e aromatico sono già stati comprovati dal nostro procedimento di lavorazione. La selvaggina dell'Hochschwab è costituita principalmente da cervo e camoscio. I camosci trascorrono l'estate e l'inverno in montagna, dove si nutrono delle migliori e più gustose erbe alpine. Per questa ragione la selvaggina non viene trattata con spezie intense. La carne scura della selvaggina si differenzia da altre tipologie di carne per il suo gusto aromatico e soprattutto per il suo ridotto tenore di grassi e l'elevata quota proteica. Inoltre è ricca di potassio, fosforo, magnesio, ferro e vitamine del gruppo B.

Salmerino alpino dell'Auseerland
Il salmerino alpino dell'Auseerland, con la sua caratteristica carne di colore rosa chiaro, prodotta dalla presenza di un plancton speciale, vive nell'Altaussersee, nel Grundlsee e nel Toplitzsee, essendosi perfettamente acclimatato alle basse temperature che caratterizzano la regione compresa tra il Loser e il Dachstein. Alcuni offrono il pesce fresco, mentre altri, utilizzando del legno di faggio, lo trasformano in prodotto affumicato, particolarmente adatto nei giorni di festa.
Rappresenta una fonte importante di proteine, è facilmente digeribile e contiene livelli elevati di acidi grassi insaturi. I suoi acidi grassi della serie Omega 3 hanno un effetto benefico nelle patologie infiammatorie, come reumatismi, sono preziosi in presenza di cancro e patologie dermatologiche e hanno un effetto protettivo nei casi di arteriosclerosi. Inoltre è ricco di potassio e di vitamina B. La Vitamina A e la Vitamina B sono importanti per la cute e per la resistenza ossea


Steirische Tourismus GmbH
St. Peter Hauptstrasse 243
8042 Graz, Österreich
Tel.: +43 (0)316/4003-0
Fax: +43 (0)316/4003-10


“Strade e Borghi Europei degli Organi Storici” -La Stria nel Comitato Promotore

Nel settembre a Buje, in occasione delle giornate internazionali di Comunicare per Esistere, si è costituito il Comitato Promotore dell'Itinerario Culturale 'Strade e Borghi Europei degli Organi Storici'. L'adesione dell'Ufficio Turistico della Stiria (Austria).

Il concept che stà alla base della proposta del nuovo itinerario culturale europeo risiede nell’unicità di ogni organo in qualità di manufatto unico, in quanto ogni regione/zona possiede delle proprie specificità appartenenti al territorio. La finalità di questo progetto, destinato a crescere nel tempo, sarà quindi di portare in risalto il turismo culturale nelle zone e nelle regioni europee meno conosciute, con particolare attenzione alla musica organistica su strumenti storici (eseguendo dei concerti solistici o con vari organici), abbinato alle particolarità locali enogastronomiche e/o culturali, per mezzo della divulgazione di iniziative con un piattaforma europea.
Il progetto nasce per iniziativa della Sezione Veneto della “Associazione Italia-Austria”, legalmente riconosciuta, e della “Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto” e sarà sottoposto agli organi competenti dell’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali (http://culture-routes.net/). A capo del Comitato di Promozione vi è la presidentessa dell’Associazione Italia-Austria, dott.ssa Annalisa Banchieri-Rosso. Il prof. Felix Marangoni, nominato direttore artistico e capo del Comitato tecnico-scientifico, valuterà la qualità degli organi, programmando gli eventi organistici in comune accordo con i partner aderenti. Ogni organismo partecipante dovrà nominare un delegato locale disposto a collaborare con il Comitato Promotore.


La Stiria : il cuore verde dell'Austria



L'Ente Turistico della Stiria è intervenuto alle giornate internazionali di Comunicare per Esistere
a Buje (Croazia), per presentare le eccellenze della regione.

La Stiria è il Land più verde dell'Austria, nel suo cuore verde, con oltre il 60% di boschi e foreste. Il paese delle montagne e delle foreste, del vino e dei giardini, delle città e dei divertimenti. In Stiria tutto è tipico. In primo luogo è naturale la cordialità degli uomini e poi i numerosi prodotti che crescono tutto intorno: zucche, mele o lo straordinario vino, i cui grappoli maturano lungo le pendici disposte a sud.
I 117 ristoranti e trattorie Kulinarium e i loro numerosissimi colleghi ovunque nel paese sanno esattamente come deve essere preparata e cucinata la tenera carne Almo, originaria della Stiria, in che modo devono essere servite le numerose pietanze che si ottengono da questo giardino della natura e come viziarvi in tutti i modi possibili.
A proposito: il cuore verde dell'Austria non vi vizierà solo dal punto di vista gastronomico. Ogni paesaggio è in sé un piacere per gli occhi.
Imponente e montuoso a Nord, dove si staglia il massiccio dei Dachstein, con i suoi quasi 3.000 mt di altezza. Lì inizia il Salzkammergut. Dove si staglia anche il più recente parco nazionale austriaco, quello del Gesäuse con le sue gole mozzafiato. Dove in inverno gli sciatori possono contare su 741 km di piste, dove vi aspettano alcuni dei migliori rifugi dell'intero arco alpino e dove anche lo sci di fondo sta diventando sempre più popolare in 15 premiate località.
A sud, dove le dolci colline dei vigneti lasciano spazio a straordinarie passeggiate e i "Buschenschanken" invitano a una golosa pausa. Dove il prosciutto Vulcano e la zucca e le fonti calde sono impiegate per rilassarsi nell'acqua calda, con grande piacere. Oppure nei giardini in cui si coltivano le mele della Stiria. Giri in bicicletta, escursioni, passeggiate: lasciatevi viziare dall'ospitalità della Stiria.
Ma la Stiria è al tempo stesso la terra del divertimento e delle città: Graz è la capitale del gusto e la città della cultura. "Elevate il vostro spirito" nello Schlossberg, con la sua storica torre dell'orologio, lasciatevi stupire dai celebri tetti di colore rosso, patrimonio dell'Umanità, oppure visitate il teatro dell'opera o uno dei numerosi locali, dopo esservi concessi una visita presso il "friendly alien", nella Kunsthaus. E poi stupitevi del fascino tutto mediterraneo di questa pulsante città, la seconda dell'Austria. E come, malgrado ciò, abbia saputo conservare il proprio verde.
Ma il verde è il colore della stessa Stiria, verde come il cuore che ha adottato come proprio simbolo.

sabato 12 dicembre 2015

Vazzola in 'Grandi Storie di Piccoli Borghi'



I giornalisti e i comunicatori dei borghi europei del gusto hanno scelto di inserire il comune di Vazzola (TV) nella rete internazionale.
La scelta di inserire Vazzola nei percorsi del progetto Grandi Storie di Piccoli Borghi, si collega alla varietà dei temi che l'iniziativa chiama in causa : i percorsi lungo il Monticano (Aquositas) ; i borghi della storia (Abitare la Storia : Borgo Malanotte) ; Vazzola Città del Vino ( Eurovinum, Circuito delle terre del vino) ; I Percorsi della Fede (le Chiese) ; la Marcia dei 3 Mulini ( Molino Saccon-Spinazzè ; Molino Tonello e Molino Vendrame), per il rinvio al tema de 'Il Mulino del Gusto e le Vie del Pane.'
Un viaggio del buon e bello vivere, che conoscerà nel 2016 un percorso particolare anche dal punto di vista enogastronomico.


Da oggitreviso.it :

Vazzola è uno dei più importanti comuni della marca: posto al centro della pianura e circondato dai colli, è attraversato dal Monticano (affluente del Livenza), al quale confluisce il fiume Favero. Confina con i comuni di Fontanelle, S. Polo, Cimadolmo, Mareno di Piave e Codognè ed è costituito dalle frazioni di Visnà e Tezze. La prima, il cui nome deriva da “Vicinia” o “Vicus” (in francese “Visiné o Visné” e in latino “Vicinalis”, cioè “giurisdizione di una città o di un borgo”), nell’antichità formava parte del settimo centenario, uno degli otto in cui era diviso il territorio di Conegliano dove si facevano gli estimi e si riscuotevano le tasse. Tezze, invece, deriva dal toponimo “attegiae” e poi “tiede”, col significato di fienile, tettoia, barchessa, luogo di ricovero attrezzi o posteggio cavalli.
Vazzola vanta una forte produzione viticola. Il territorio rientra nella D.O.C. Piave e produce pregiati vini bianchi e rossi come il Cabernet, il Merlot e il Raboso Piave, tutelato dalla Confraternita del Raboso. Nel comune ci sono una ventina di aziende vinicole e due Cantine Sociali. Vazzola, inoltre, ha esportato in tutto il mondo la famosa “Bellussera”, particolare forma di allevamento della vite scoperta tra il 1850 e il 1900 dai fratelli Bellussi insieme al rimedio contro la peronospora.
Non è da meno la produzione della grappa, di lunga tradizione: dalla grappa fatta in casa, distillata goccia a goccia con la “caliera” (alambicco), fino alla più grande distilleria del Nord Italia.
Vazzola offre un bellissimo paesaggio naturale: un percorso ecologico-sportivo-culturale, che attraversa strade poco trafficate, permette di visitare luoghi caratteristici, come il Parco Rossi, Borgo Malanotte, il Torrente Piavesella, le Vare, Via Cati, il vecchio mulino Favero, Via Monticano, casa “Marchetot”, e di vedere siepi centenarie e alberi secolari, come la sofora nipponica e la “pisoera”.
Tra le manifestazioni vazzolesi più celebri ci sono il “Giugno Vazzolese” e il “Palio di San Gregorio”, a Tezze, l’ultima domenica di maggio. Realizzato per la prima volta nel 1985, il Palio rispolvera le antiche gesta cavalleresche legate alle tradizioni medioevali: è disputato tra 24 cavalieri della Vallata del Piave e prevede una sfilata in costume d’epoca.


mercoledì 28 ottobre 2015

NON DI SOLO PANE... Il meglio delle carni e dei salumi marchigiani

Nel contesto dei Giovedì del Gusto organizzati da Regione Marche in occasione di Expo 2015, un interessante incontro è stato dedicato alla carne: bovina e suina. Per parlare di carni e salumi, occorre prima di tutto parlare di allevamento: il settore zootecnico marchigiano rappresenta un fiore all’occhiello, di lunga tradizione, oggi contraddistinto da una più elevata specializzazione, sempre nel rispetto della sostenibilità. Tra i prodotti più noti spicca la razza bovina Marchigiana, seconda razza da carne italiana. Tra le sue prerogative spiccano la qualità nutrizionale ed organolettica delle carni e il suo rapido accrescimento. Tutelata dal 1982, ha ottenuto dalla Comunità Europea il riconoscimento I.G.P. La carne di Razza Bovina Marchigiana è anche certificata QM – Qualità Garantita dalle Marche, poiché allevata secondo i cardini principali dell’alimentazione zootecnica biologica. Importante è anche la produzione di carne certificata IGP “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” e certificata con sistema di etichettatura elettronico della carne dall’Associazione Bovinmarche.
La storia dei salumi marchigiani è invece legata ad una lunga tradizione norcina, che prevedeva di non sprecare alcuna parte dell’animale. Questa caratteristica ha dato vita a due fra i salumi più tipici: il salame di Fabriano e il Ciauscolo.
Le origini del salame lardellato fabrianese si perdono nella notte dei tempi, ma la data del 22 aprile 1881 è un punto fermo che ne testimonia la notorietà: in quella data Giuseppe Garibaldi scrisse una lettera per ringraziare l'amico Benigno Bigonzetti dei preziosi salami fabrianesi ricevuti.
La prima fase della lavorazione consiste nel taglio del lardo (solo quello della schiena, il migliore) in cubetti e nella preparazione delle parti nobili del maiale (coscia e spalla) anch'esse tagliate e poi tritate. L'impasto magro e i lardelli sono insaporiti con sale, pepe macinato e pepe in grani. Il tutto è poi stagionato nel budello gentile, il più adatto alla sua stagionatura. Prodotto dalla fine di settembre all'inizio di maggio, il salame deve stagionare almeno due mesi in cantine e solai areati (le celle di stagionatura a temperatura controllata ne snaturerebbero le qualità organolettiche), ma può maturare anche cinque o sei mesi. Ricoperto da muffa marrone scuro, è duro e ruvido al tatto. La carne è compatta, di colore rosso scuro, con i lardelli bianchi e la grana fine.
Il Ciauscolo, detto anche Ciavuscolo o Ciabuscolo, è il salume tipico della zona interna delle province di Ascoli Piceno, Fermo, Ancona, Macerata. La sua caratteristica distintiva è la consistenza morbida che lo rende spalmabile. Di colore rosato, è costituito da un impasto di pancetta, spalla, rifilatura di prosciutto e di lonza con l'aggiunta di sale e spezie quali pepe nero e aglio pestato, con l'aggiunta di vino (gli ingredienti sono comunque variabili a seconda degli usi locali). L'impasto, ricavato al termine di almeno due macinature delle materie prime utilizzate, viene insaccato in un budello anch'esso di maiale e dopo la stagionatura, che va da alcune settimane ad alcuni mesi, è pronto per essere consumato. Dal 2009 Ha ottenuto il marchio I.G.P.

mercoledì 21 ottobre 2015

I vini de La Callaltella a Italwines Expo Festival



La Società Agricola La Callaltella di San Biagio di Callalta (Tv), dopo la partecipazione alle giornate istriane di Comunicare per Esistere, è presente a ITALWINES EXPO FESTIVAL, la rassegna trevigiana dedicata al mondo del vino, della cultura e del business che si tiene nei giorni del 24-25-26 ottobre 2015 presso il BEST WESTERN PREMIER BHR Treviso Hotel, albergo 4*** stelle situato in posizione strategica tra Padova, Venezia e Treviso.
Le degustazioni enogastronomiche di grande fascino Autoctono e qualità vedranno protagoniste numerose aziende vinicole italiane che stapperanno le migliori bottiglie di vini (fermi, spumanti, barricati e metodo classico) e noti brand del food nazionale che faranno assaporare le tipicità italiane.
L’Azienda La Callaltella nasce nel 1951, come azienda agricola Fratelli Bonetto, e sorge nel cuore della campagna trevigiana. La cantina nata si è evoluta in modo semplice e continuo grazie al lavoro costante e allo spirito di sacrificio di due generazioni.
“Condividendo gli stessi ideali e mantenendoci al passo con le nuove tecnologie, continuiamo a coltivare e a rispettare i nostri vigneti, effettuando trattamenti mirati, selezioniamo e raccogliamo l’uva rigorosamente a mano, perché siamo convinti che solo così possiamo ottenere vini, IGT e DOC, sani e di qualità, che vinifichiamo in modo semplice e tradizionale.Ogni partita di vino partendo dall’uva viene opportunamente controllata in laboratorio ed analizzata più volte. Vi garantiamo che il nostro vino risponde ai requisiti italiani ed europei ed è ottenuto rispettando le procedure di controllo delle varie fasi produttive, dei macchinari, dei recipienti di contenimento, nonché dei locali dove si svolgono le operazioni.”

Miele e formaggi marchigiani: protagonisti d’eccellenza Segreti e pregi di un abbinamento sano e genuino

Grande interesse, ai Giovedì del Gusto di Regione Marche, attorno ad alimenti che in qualche modo hanno fatto la storia dell’umanità: scopriamo così che il formaggio altro non è se non il modo migliore per conservare il latte.
E questa “conservazione” si trasforma poi nelle lavorazioni dalle tome fresche che vanno consumate subito, ai pecorini di fossa con il loro caratteristico gusto granuloso, passando per un’infinità di stagionature e lavorazioni.
Il caseificio Pacioni e i maestri della Casciotta d’Urbino hanno raccontato una tradizione che in terra marchigiana si tramanda di padre in figlio.
Abbiamo appreso che diverse tipologie di formaggio sopravvivono grazie all’impegno ed alla laboriosità di poche aziende che continuano a tramandarsi di generazione in generazione tanti segreti e “trucchi del mestiere” che vanno ben oltre la produzione di questo alimento.
Questo fa sì che la regione possa vantare un lungo elenco di formaggi tipici e “di nicchia”: sono infatti interessanti le tipologie di pecorino fatto stagionare in botti di rovere, barili o tini o  il Formaggio di Fossa,  tipico delle provincie più a Nord, che si caratterizza per la stagionatura in fosse scavate nella roccia.
La Casciotta di Urbino, tra i formaggi più conosciuti delle Marche, ha ottenuto la DOP e si riconosce per la sua pasta friabile, semicotta, ottenuta lavorando latte di pecora e vaccino, con l’aggiunta di caglio e lieviti nobili. Segue una breve stagionatura. Ancora troviamo il formaggio al tartufo, l’Ubriacone, ottenuto aggiungendo all’impasto vinacce di uve autoctone del territorio anconetano o il pecorino ubriaco alla Vernaccia di Serrapetrona. Delicato, dal piacevole profumo è anche il formaggio foglia di noce.
La Regione Marche sostiene queste produzioni tipiche e crea i presupposti per tutelarne la qualità e promuoverne la diffusione grazie alle misure sostenute PSR Marche o grazie al marchio che certifica la qualità regionale, QM Qualità Marche.

lunedì 12 ottobre 2015

OLIO, ENERGIA PER LA VITA. Gli oliomonovarietali marchigiani e.... non solo

Particolare interesse ha riscosso, nell’ambito del “Giovedì del Gusto” di Regione Marche, l’assaggio dell’olio monovarietale. La dott.ssa Barbara Alfei (capo-panel olio di Assam-Regione Marche) ha, infatti, condotto i presenti in una vera e propria degustazione di olio, fornendo dettagliate spiegazioni su come si assaggia un olio monovarietale.
L’esame visivo è tralasciato, poiché colore e limpidezza non sono correlati alla qualità dell’olio, non devono pertanto avere alcuna influenza psicologica sull’assaggiatore. Segue la fase olfattiva, durante la quale si cerca di percepire tutti gli odori, in particolare, il fruttato di oliva verde oppure maturo, di diversa intensità, accompagnato da sentori positivi, quali foglia o erba appena falciata, mandorla fresca, carciofo/cardo, pomodoro, mela, frutti di bosco, erbe aromatiche, frutta matura, altro.
Si passa poi all’esame gustativo, mettendo in bocca una quantità di olio pari ad un piccolo cucchiaio; si fa roteare l’olio in bocca, in modo che venga a contatto con le papille gustative, per apprezzare le diverse sfumature del gusto, in particolare l’amaro, in fondo alla lingua, prima della deglutizione, che può essere più o meno intenso e persistente, e soprattutto positivo in quanto legato alla presenza di sostanze fenoliche; quindi si vaporizza l’olio nella cavità orale aspirando aria tra i denti (“strippaggio”), al fine di percepire i composti aromatici e la sensazione tattile del piccante in gola, anch’essa estremamente positiva, in quanto correlata alla presenza di polifenoli. In bocca viene valutata anche la fluidità, legata alla composizione in acidi grassi, in particolare al contenuto in acido oleico ed al rapporto insaturi/saturi, con importanti risvolti sugli aspetti non solo sensoriali, ma anche nutrizionali.
L'olio infine viene espulso e si valutano attentamente tutte le sensazioni che persistono dopo l’assaggio. Tra un campione ed il successivo, si mangia uno spicchio di mela per pulire la bocca.
L’esperienza è stata particolarmente apprezzata dai presenti che hanno così imparato come valutare efficacemente un olio, le sue caratteristiche organolettiche e le sue qualità.
Un percorso sensoriale che coinvolge il pubblico e che davvero non delude mai, nonostante le sue numerosissime repliche.

martedì 6 ottobre 2015

Il futuro di Comunicare per Esistere dopo l’Istria

Un incontro a Conegliano, nel salotto di Caffè Local, ha chiuso ufficialmente le giornate di informazione degli Stati Generali della Comunicazione Territoriale, che hanno conosciuto il loro apice in Istria.
Anzitutto i numeri : 120 delegati di dieci Regioni e Paesi Europei e dieci regioni italiane, che si sono succeduti da Trieste a Buje, per ‘raccontare’ i loro territori e far degustare alcune delle eccellenze enogastronomiche delle proprie comunità.
Puglia,Sicilia,Calabria,Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Lazio, Abruzzo e Trentino Alto Adige, le regioni italiane intervenute.
Slovenia, Croazia, Francia, Germania, Carinzia (Austria), Bassa Austria (Austria),Stiria(Austria), Olanda,San Marino e Spagna, i Paesi e le Regioni europee presenti.
Nei prossimi cinque anni sarà la Città di Buje ad ospitare il segretariato internazionale della rete dei borghi europei del gusto.
Da ottobre 2015 a marzo 2016 prenderà il via la seconda parte del progetto Comunicare per Esistere, che prevede la realizzazione di incontri in tutti i Paesi Europei della Rete, la collaborazione con gli Organismi Diplomatici di Rappresentanza in Italia, l’incontro con gli Enti nazionali del Turismo dei Paesi coinvolti e la presentazione a Milano (Capitale dell’informazione italiana), dei borghi inseriti nella rete.

venerdì 21 agosto 2015

Il prosecco di Toni Doro a 'CamExperience' ad Expo 2015


“Came per il territorio” è lo spazio di CamEXperience che vede come protagonista indiscusso il Veneto e accoglie i migliori produttori del territorio. Grazie alla collaborazione con la start-up trevigiana Delicanto (Luxury Tour Operator), sono infatti stati selezionate le migliori eccellenze venete del settore enogastronomico. Ospiti di Came, avranno l’opportunità di raccontare, con degustazioni ed eventi speciali quali il progetto “Le mani in pasta” e “Miti e leggende venete”, le proprie storie sia sul cibo che sulla cultura contadina, mettendo a confronto tipicità e diversità, trasmettendo i saperi e sapori della propria terra. Tortellini, pasta all’uovo, salse, confetture e mostarde, biscotti, tutti prodotti tipici con una storia di famiglia, o una ricetta antica tramandata di generazione in generazione da raccontare.

Fra le altre partecipa in questi giorni anche l'azienda agricola Toni Doro di Cozzuolo di Corbanese.
Nel 1956 il capostipite dell'azienda, Antonio Doro, arrivò in queste terre tra le più suggestive del comune di Vittorio Veneto.
La vigne, collocate tra le colline di Carpesica, ricadono all'interno della denominazione Conegliano-Valdobbiadene DOCG, che è conosciuta nel mondo per essere l'incontro tra una natura forte e generosa e la sua gente operosa e gentile.

La tradizione di viticoltori, che parte dalla fine dell'ottocento, è stata tramandata di padre in figlio fino ad arrivare a Silvano e Massimo Doro che hanno intitolato al nonno Toni, come era conosciuto da tutti, la propria azienda. Questo è il segno di un legame forte con la terra, che i fratelli non hanno ricevuto in eredità dai loro avi ma l'hanno avuta in prestito dai loro figli. Una filosofia che spinge ad un approccio sempre più ecocompatibile nel pieno rispetto del territorio che li ospita.Una passione che si tramuta prima in lavoro e poi in Prosecco.

lunedì 17 agosto 2015

Il percorso Aquositas lungo il Monticano




Il percorso di Aquositas, il circuito delle terre d'Acqua, tocca nel mese di luglio molti fiumi del Veneto.Fra questi il Monticano, lungo il quale i comunicatori e i giornalisti della rete dei Borghi Europei del Gusto, stanno costruendo un itinerario del gusto.
Il Monticano attraversa Conegliano, dove il "canale Refosso" lo metteva in collegamento con il torrente Ruio.
Siamo entrati in punta dei piedi nella pasticceria caffetteria Dolce Caffè in via Lourdes. Un buon caffè (firmato da Lazzarin Cafè di Susegana ), un croissant alla crema da leccarsi letteralmente i baffi.
Dolce Caffè innova il tradizionale modo di gustare dolci, pasticcini, e caffè all’interno di uno spazio dal design minimal e contemporaneo, con uno stile informale, ricercato e adatto alle moderne esigenze. Il locale è affacciato su via Lourdes, appena fuori dal centro storico e dispone anche di un giardino estivo lungo uno dei piccoli fiumi che attraversano Conegliano, dove è un piacere prendere il fresco d’estate. La qualità e la maestria nell’arte della pasticceria sono garantite dall’esperienza. Il Dolce Caffè ha aperto da qualche anno, ma è legato alla famiglia che gestisce l’Alpago , una delle pasticcerie storiche e più rinomate della città del Cima.
La specialità della caffetteria sono naturalmente le paste, i pasticcini, le torte preparate per le diverse occasioni (compleanni, anniversari, feste di laurea, addii al celibato e al nubilato, matrimoni), i semifreddi e i dolci tradizionali, come panettoni artigianali, colombe, uova pasquali e focacce. Un vero must sono le colazioni in grado di dare il perfetto buongiorno in qualsiasi giornata. Inoltre al Dolce Caffè si possono gustare anche aperitivi a base di prosecco, spritz, e drink della casa da accompagnare, oltre che con il dolce, anche con il salato di pizzette, patatine, tramezzini.



Passa il tempo, scorrono le ore e una sosta all'Antica Trattoria Piave di Piazza Sant'Antonio, è uno dei riti ai quali piacevolmente non ci sottraiamo. Un'onda di cicchetti alla veneta, ben innaffiati da vini generosi e una cucina da sempre casalinga, rappresentano per davvero il meglio di questa osteria di sempre.
Tutti i giorni in base alle stagioni potrete provare, sia al banco sia a tavola, una selezione dei cicchetti: frittura di pesce, sarde in saor, polenta e baccalà alla vicentina, polenta e musetto, polpette fritte e/o in umido, ecc. Tutti i giorni a pranzo dal lunedi al venerdi è possibile gustare alcuni piatti veneti tra i quali pasta e fagioli, bollito, baccalà, trippe .
I ricordi della piena del Monticano, la vecchia caserma dei vigili del fuoco, i luoghi della nostra infanzia : tutto sembra suggerire un ritorno all'antico.
L'osteria come luogo dei nostri desideri, una sorta di tempio laico, ove si discute si parla si comunica, al di fuori delle uggiose abitudini di una società inamidata.


Ma corriamo per un attimo verso la Chiesa di San Martino.
La chiesa dei Santi Martino e Rosa (in veneto locale Cesa de San Martin) è un edificio sacro di Conegliano, situato nel piazzale omonimo, con la facciata rivolta verso il Monticano.
Luogo sacro di antica origine, già presente nella prima metà del XIV secolo legata a un monastero, la Chiesa di San Martino è stata ricostruita per volontà della comunità dei frati domenicani tra 1674 e 1730, quando assunse l'aspetto che ancora oggi la caratterizza.
Due episodi interessarono la chiesa nel primo Novecento: il primo riguarda la non realizzazione della facciata che l'architetto Vincenzo Rinaldo, autore della facciata della Chiesa dei Santi Rocco e Domenico, era impegnato a progettare, cosicché il prospetto principale restò disadorno; il secondo episodio invece segna la storia della chiesa in modo irreversibile: durante i bombardamenti della Grande Guerra l'edificio venne colpito in molte sue parti, cosicché la parrocchia dovette attivarsi nella ristrutturazione dell'edificio nella sua totalità.
Oggi la Chiesa dei Santi Martino e Rosa si incontra, maestosa, nella piazza omonima, dopo aver passato il ponte sul Monticano, fiume verso il quale la chiesa guarda.
Dal 1921 è retta dai Giuseppini del Murialdo, il primo ordine religioso che vi entrò dopo che Napoleone aveva fatto chiudere il convento nel 1806.


Nel piazzale vi è uno dei maestri (a parer nostro e dei coneglianesi), della norcineria veneta. Eugenio Montagner, nella sua salumeria macelleria, propone da anni il meglio delle carni venete, aiutato ormai dalla seconda generazione di famiglia ( il figlio Nicolò). Cresciuto negli anni con il semplice passaparola e la stima dei consumatori,Eugenio ha 'popolato' la sua bottega di sopresse deliziose.
Le soppresse, così come musetti, salami e altri insaccati, venivano preparati presso le famiglie contadine dall’esperto del luogo. Dopo l’uccisione del maiale si provvedeva alla lavorazione della carne e alla preparazione dei vari prodotti. Era quello un periodo di intenso lavoro comunitario ma anche di grande festa e abbondanza. Vari documenti testimoniano che già nel 1800 tali prodotti venivano appesi per 8-10 giorni nelle cucine in presenza di un braciere acceso, allo scopo di asciugare il prodotto fresco. Dopo questo breve periodo essi venivano posti in cantina o in un sottoscala fresco e sterrato per la conservazione.
La stagionatura fa assumere esternamente alla soprèssa il colore prima biancastro e poi grigio-marrone scuro della muffa di cui si ricopre. Al taglio, la carne appare di colore rosso tendente al rosaceo, con la caratteristica irregolare marezzatura bianca dovuta alla componente di grasso che avvolge la parte proteica.