martedì 31 ottobre 2023

L'Europa delle scienze e della cultura: Bologna Capitale del Gusto – Il Friuli Occidentale - Le Terre della Piave,Milano Vetrina del Gusto e San Marino impegnati in una iniziativa multimediale della rete Borghi d'Europa

 




Associazione Culturale Borghi d’Europa


I Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa


Bologna Capitale del Gusto


Borghi d'Europa” fa rinascere, grazie al progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa adriatico ionica - Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico-ionica), l'iniziativa “Bologna Capitale del Gusto”.

Il 6 e 7 maggio del 2008, il Comitato “Bologna Capitale del Gusto” promuoveva questa iniziativa di informazione: la città felsinea riscopriva dunque il suo ruolo di crocevia gastronomico d'Europa. Bologna infatti, considerata da sempre la professoressa d’Italia, grazie alla sua prestigiosa Università, ha svolto sin dal Medioevo il ruolo di cerniera e di ponte fra culture, gastronomiche e non solo: cucina emiliana, cucina romagnola, cucina ferrarese ma anche grande tradizione di cucine straniere, oggi elegantemente appellate etniche, o semplicemente prestate da altre regioni italiane.

La scelta dell’Associazione “L’Italia del Gusto”di nominare la Città: “Capitale del Gusto 2008” aveva privilegiato la città felsinea proprio in virtù dell’alto numero di studenti forestieri, italiani e non, che la sua Università attira, permettendo così un dialogo ed un interscambio di conoscenze. Già nel XVII-XVIII secolo i viaggiatori che passavano per la città osservavano stupiti l’esistenza di trattorie dove si poteva mangiare “alla francese” o “alla tedesca”: forme di rispetto per le culture “straniere”, che Bologna coltivava da secoli. Sorta di cucine etniche ante-litteram.

Dopo tanta teoria comunque non era mancato il momento della pratica perché, quando si parla di “gusto”, l’assaggio è d’obbligo.

A quindici anni da quell’iniziativa, si è deciso di riprendere ed aggiornare il progetto; convergono su questa rinnovata iniziativa: “Milano vetrina del Gusto” (la redazione multimediale di Borghi d'Europa), che si occuperà della presentazione nazionale degli eventi, il Progetto d'informazione nel Friuli Occidentale (che gode del Patrocinio del Comune di San Giorgio della Richinvelda e di ConfCooperative - Pordenone) il Progetto d'informazione del Veneto (Di qua e di là del Piave, con il Patrocinio del Comune di Spresiano), ed infine di un gruppo dei giornalisti della sezione estero dell'USGI ( Repubblica di San Marino ).



Questi i temi e le 'corrispondenze ' delle prime cinque settimane:

prima settimana:

L'Appennino Bolognese: Monghidoro, Il mito dei benandanti

Friuli Venezia Giulia: Cormons, la terra dei benandanti

Veneto, Santa Lucia di Piave: la 'lumera'

seconda settimana:

L'Appennino bolognese: la Via del Pane e la Montagna del Grano

Friuli Venezia Giulia: pane e farine nel Friuli Occidentale

Veneto, Spresiano: la Via di San Martino e i dolci del Panificio Campagnolo di Lovadina

terza settimana:

La Via dei Norcini: alla ricerca della Mortadella perduta

Friuli Venezia Giulia: la Sopressa friulana e il salame a punta di coltello

Veneto: la Via dei Norcini sulle rive del Piave

quarta settimana:

L'enoteca “Vinologico” di Bologna

Friuli Venezia Giulia: Cantina Pitars: i vini delle Grave del Friuli

Veneto: i vini dell’Azienda “Col Miotin” di Pieve di Soligo, a Bologna

quinta settimana :

Osti&Osterie : a Bologna la storica Osteria del Sole

Friuli Venezia Giulia: alla Torre di Valvasone, ristorantino ed enoteca

Veneto: Osteria Beltrame a Spresiano

Rinasce a novembre con Borghi d'Europa, Bologna Capitale del Gusto

Il Comitato Bologna,Capitale del Gusto promuoveva il 6 e 7 maggio del 2008 una iniziativa  informazione “ Bologna Capitale del Gusto” : la città felsinea riscopriva il suo ruolo di crocevia gastronomico d'Europa.

Considerata da sempre la professoressa d’Italia, Bologna, grazie alla sua prestigiosa università ha svolto sin dal Medioevo il ruolo di cerniera e di ponte fra culture gastronomiche, e non solo: cucina emiliana, cucina romagnola, cucina ferrarese ma anche grande tradizione di cucine straniere, oggi elegantemente appellate etniche, o semplicemente prestate da altre regioni italiane.

La scelta dell’associazione “L’Italia del Gusto” per la Capitale del Gusto 2008 aveva privilegiato la città felsinea proprio in virtù dell’alto numero di studenti forestieri, italiani e non, che la sua Università attira, permettendo un dialogo ed un interscambio di conoscenze. Già nel XVII-XVIII secolo i viaggiatori che passavano per la città osservavano stupiti l’esistenza di trattorie dove si poteva mangiare “alla francese” o “alla tedesca”: forme di rispetto per le culture “straniere”, che Bologna coltivava da secoli. Sorta di cucine etniche ante-litteram.

Dopo tanta teoria comunque non era mancato il momento della pratica perché, quando si parla di “gusto”, l’assaggio è d’obbligo.


Borghi d'Europa riprende i temi di quella esperienza che aveva toccato anche la realtà dell'Appennino bolognese, con iniziative svolte a Monghidoro. Queste esperienze  segnarono la prima partecipazione di San Marino ai progetti internazionali . 

Oggi la proposta di un viaggio del gusto si inserisce nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura ( Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Ionica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica).



IL PERCORSO e I TEMI


da novembre a gennaio :


12 Percorsi multimediali a tema :


L'Italia del Gusto a Monghidoro

Le Vie del Pane nell'Appennino Bolognese

Osti & Osterie a Bologna

Il ragù bolognese e dove trovarlo

La pasta

La mortadella artigianale

I vini dei Colli Bolognesi 

Pane & Panetterie a Bologna

Le vie d'acqua a Bologna

La Via dei Norcini a Bologna

La strada dei Formaggi a Bologna

La Pasticceria bolognese


I 12 percorsi verranno incrociati con altri 12 percorsi sviluppati in Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, San Marino e a Milano,Capitale del gusto ( dove sono state già individuate due trattorie-gastronomie di cucina emiliana e romagnola).


Comunicazione

- Testata giornalistica Borghi d'Europa 

Ufficio stampa quotidiano, aperto alle espressioni dei Territori ove si svolgono i progetti (blog www.grandistoriedipiccoliborghi.blogspot.com www.specialeitaliadelgusto.blogspot.com, sito internet www.borghideuropa.eu )

- Network BLOG AZZURRO (rete di 150 giornali online,blog di informazione e blog territoriali)


  • rivista “Borghi d’Europa "

  • Redazione multimediale di Borghi d'Europa ( tv e web ),Trasmissione settimanale

    Borghi d'Europa (Prima Free nazionale, canale youtube I Borghi del gusto)

- Rete100 : la rete di informazione dei giornalisti e dei comunicatori dei Territori

coinvolti nei progetti


a gennaio 2024 :


- realizzazione dossier informativo sul turismo sostenibile in Emilia Romagna, previsto dal progetto L'Europa delle scienz

sabato 28 ottobre 2023

Bologna,Capitale del Gusto - LA MONTAGNA DEL GRANO

 


Tutti parlano sempre di ripopolare la montagna, che nel periodo della seconda metà del secolo scorso ha visto le persone più attive e giovani spostarsi in città alla ricerca del benessere, ma pochi hanno delle idee veramente utili alla bisogna.

Una eccezione è certamente rappresentata dal fornaio Matteo Calzolari (di Monghidoro, in provincia di Bologna), che ha convinto un gruppo di agricoltori del territorio ad abbandonare l’agricoltura convenzionale per dedicarsi alla coltivazione di varietà̀ di grano tradizionali, prendendosi cura della terra. 

Questo progetto ha lo scopo di restituire valore economico, sociale e culturale alla montagna, che è sempre stata produttrice di frumenti di grande qualità, anche se questa attività veniva spesso abbandonata perché i costi erano inevitabilmente più alti che in pianura (ma anche i risultati sia sul piano nutrizionale, che su quello del gusto sono ben differenti!).

                Il frutto di tanto impegno foto di Francesca Pesciarelli per La Comunità Grano Alto


A riprova della vocazione cerealicola dalla montagna bolognese basta notare come in particolare la zona di Monghidoro era un tempo caratterizzata dalla presenza di mulini ad acqua per la macinazione a pietra, anche se poi, a partire dalla seconda metà del ‘900 la maggior parte di essi venne abbandonata. 

Grazie all’azione di Matteo, si è dunque costituita la Comunità Slow Food del Grano Alto, basata sul lavoro di 5 famiglie di agricoltori che coltivano con metodo biologico sementi originarie dei primi del Novecento, che non hanno subito modificazioni genetiche. Le coltivazioni del grano si estendono su una cinquantina di ettari, inseriti in un paesaggio boschivo che avvantaggia la biodiversità̀ ambientale e vengono alternate, secondo la rotazione delle colture, con legumi ed erba medica.

La granella viene macinata a pietra nel mulino in cui viene trasformata in farina integrale e semi-integrale, di tipo 1 o 2, senza subire processi di raffinazione. 


         


        Carlo Foralossi nel suo mulino a pietra foto di Francesca Pesciarelli per La Comunità Grano Alto



Sentendo il nome “Grano Alto” ho chiesto la spiegazione di questa strana definizione: mi è stato risposta che la ragione era: primo perché si tratta di varietà che raggiungono anche un metro e mezzo d’altezza, secondo perché́ viene coltivato sopra i 400 m di altitudine e, infine, per l’alto valore etico del prodotto in quanto il prezzo del grano riconosciuto all’agricoltore non si basa sulla borsa alimentare bensì sul reale valore economico del lavoro dell’agricoltore. L’obiettivo della comunità è di essere indipendente dalle oscillazioni del mercato, che in questo momento è condizionato dalle importazioni di grano e di fertilizzanti e dal prezzo del gasolio, potendo così autosostenersi, garantendo al tempo stesso la produzione di materie prime di qualità e la vita in un territorio di montagna. 

Gianluigi Pagano

La Via della Pizza – Al Gran Bar di Savorgnano (San Vito al Tagliamento) – La pizza buona, senza i clamori della pubblicità di moda


“L’Iniziativa Adriatico Ionica (IAI) – racconta Renzo Lupatin, giornalista-, è un’organizzazione internazionale nata nel 2000 e che raccoglie alcuni dei paesi che si affacciano sul mar Adriatico e Ionico. È un forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella Euroregione Adriatico Ionica. Il suo segretariato permanente ha sede nella città di Ancona, storico avamposto tra l’Europa occidentale, la Grecia e i Balcani, nella cinquecentesca Cittadella, detta anche Fortezza di Ancona.

Borghi d’Europa promuove il progetto ‘L’Europa delle scienze e della cultura’, sotto il Patrocinio della IAI. “

Nel 2019 a Milano, presso la sede del Parlamento europeo, Borghi d’Europa presentò

i Percorsi Internazionali sul tema della filiera agroalimentare.

Fra questi la Via della Pizza.

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d’Europa, sono giunti alla Pizzeria Trattoria Gran Bar di Savorgnano (San Vito al Tagliamento)

Il Friuli Occidentale è infatti il territorio che verrà raccontato fino a dicembre del 2024, in

un viaggio del gusto inedito e fuori dal coro.

La visita ci suggerisce : ottimo impasto, concepito secondo i tempi di una buona maturazione e lievitazione ( si può scegliere anche l’impasto integrale al farro o al kamut :

ogni sera una proposta diversa).

La pizza è sottile, ma con commenti di grande eccellenza, mai banali. Si legge la

ricerca meditata di proposte creative,pur nella tradizione.

La stagionalità è pienemente rispettata : in questa settimana di fine ottobre ecco,per

esempio le proposte : pizza bianca con spoeck cotto, castagne e miele ; Radicchio e lardo di Colonnata ; Zucca salsiccia e procini ; Radicchio gorgonzola e noci ; Pancetta croccante , castagne e ricotta affumicata ; Patate al forno salsiccia e brie.

Il servizio è ountule, brioso, mai anonimo.

“Siamo purtroppo abituati da tempo a proposte improbabili, capaci di attivare il consumo di acqua minerale nel decorso post-pizza.Non se ne può più di stregoni che sanno tutto e di proposte gourmet per fregare soldi alla gente – commenta Renzo Lupatin, Giornalista e Presidente Borghi d’Europa -. Qui al Gran Bar abbiamo incontrato un’altra musica .”

Ma se gli elementi che definiscono la pizza gourmet di moda sono : ” il sapore dell’impasto che deve amalgamarsi alla perfezione con quello degli ingredienti che la condiscono;

il lievito madre è obbligatorio, perché è l’unico in grado di dare morbidezza e perfetta consistenza all’impasto; digeribilità è la parola d’ordine, niente più mattoni sullo stomaco, ma solo leggerezza; gli ingredienti devono essere di altissima qualità, di provenienza locale, meglio ancora se biologici”, beh ci sembra che al Gran Bar tutti questi elementi ci siano, senza dover scomodare i canoni della pizza gourmet !

Aquositas - La presentazione del Percorso Aquositas alla Osteria Manareta a Candelù – Il racconto di Laura Panizutti

 

L’Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto è nata nel

2007 dalla collaborazione fra La Rotta dei Fenici, Itinerario Culturale del

Consiglio d'Europa, e la Rete di Informazione L'Italia del Gusto, con lo scopo

di valorizzare e promuovere la conoscenza, lo sviluppo e la diffusione delle

culture locali in tutte le loro espressioni.

Il progetto intendeva unire e collegare borghi e territori europei poco

conosciuti e valorizzati, per creare una rete di scambi culturali e istituzionali

di ampio respiro.

In particolare, mirava alla salvaguardia di quelle terre di cui normalmente

non si parla nelle pagine dei giornali, dei territori e dei borghi meno conosciuti

in Italia e in Europa. Il progetto è finalizzato ad ‘informare chi informa’ e prevede

l’intervento di delegazioni di giornalisti e comunicatori nei territori della rete.

Borghi d'Europa promuove un circuito nazionale di borghi e territori

(Aquositas,Le Vie d’Acqua), profondamente segnati nella storia e nell’ambiente

dalla presenza di un elemento comune: l’acqua.

Il circuito organizza e promuove dei percorsi internazionali d’informazione

per mettere a confronto idee, iniziative, progetti,capaci di seguire il filo logico

della valorizzazione rispettosa degli equilibri sociali, culturali ed ambientali dei

territori di riferimento.

I territori scelti : Borghi di lago : Carinzia (Austria) ,Verbano (Piemonte),Canton Ticino ;

i borghi di mare : Riviera Romagnola (Comacchio), Istria slovena (Isola),

Istria croata (Cittanova), Fossacesia (Chieti-Abruzzo), la Laguna di Marano (Friuli

Venezia Giulia) ;

i borghi di fiume : la Piave (Veneto), Il Natisone (Valli del Natisone),

il Canton Ticino e la Valposchiavo, il Fiume Stella (Friuli Venezia Giulia), Sillian

(Ost Tirol, fiume Drava), il Delta del Po (Argenta).


Laura Panizutti,Consulente Finanziaria e Patrimoniale di Conegliano, partecipa alle iniziative quale partner d'informazione fin da primi anni del progetto.

La presentazione del Percorso Aquositas avviene alla Osteria Manareta, a Candelù (Maserada sul Piave).




Guido Facchin, in un bel libro di storia locale, ricorda la figura di Giuseppe Voltarel detto ‘manareta’ (piccola manera,ovvero piccola ascia), nato a Candelù nel 1892. “Dopo la caduta

di Caporetto del 24 ottobre 1917 e la ritirata sulla linea del Piave e del Grappa, l’esercito

resiste e respinge i tentativi di superare il fiume.Voltarel, con l'8° Reggimento Bersaglieri

della XXIII divisione (Gen. Fara) si trova schierato di fronte a Candelù. Lo comanda il

Colonnello Alessandro Pirzio Biroli. Il comando della VI Brigata Bersaglieri viene

alloggiato proprio nella casa di Voltarel. Biroli lo investe di una preziosa e pericolosa

missione: andare oltre le linee nemiche, osservare, ascoltare e riferire. Giuseppe è abile nei movimenti, gli viene richiesto anche di accompagnare plotoni e compagnie negli

spostamenti tattici, guida perfino Emanuele Filiberto, Duca D’Aosta comandante in capo

della III armata; entra nella leggenda dei Caimani del Piave.Nel dopoguerra apre un’osteria

con annessa rivendita alimentari, si fa una famiglia, diventa padre otto volte. “



Così quando quindici anni orsono Roberta e Michele Carisi prendono in mano i destini

della Osteria di Candelù, la chiamano ‘Manareta’, riportandone la storia anche nella

porta a vetri del locale. Osteria informale, fin nell’arredamento, sobrio ma elegante, ma fortemente simbolico. I sassi del Piave, le lampade e gli inserti in metallo che sembra arrugginito, i tavoli semplici e lineari…..

Tutto sembra rinviare ad uno spazio ‘aperto’, che continua nelle golene della Piave….

Il servizio è ispirato all’essenzialità, cortese, mai untuoso."

sabato 21 ottobre 2023

RACCONTI DI-VINI: ALCUNE MASTERCLASS DELLA SESTA MILANO WINE WEEK



 




A Palazzo Bovara, in Corso Venezia, headquarter della Milano Wine Week 2023

Milano, 21 Ottobre 2023- La Sesta edizione della Milano Wine Week ha proposto un gran numero di eventi, tra masterclass internazionali, conferenze stampa, walk aroung tasting e iene con pairing, per cercare di attirare a frotte operatori del settore, buyers internazionali e il popolo degli enonauti e promuovere così la cultura del vino.

Un ottimo appuntamento, che ha dato risalto alla figura del sommelier da ristorazione, è stata la degustazione della Guida Vendemmie Wine List italia, dove 55 importanti sommelier italiani, tutti rappresentanti di grandi luoghi del gusto, hanno selezionato 10 pregiate etichette ciascuno, raccontandole con convivialità e il giusto story telling al pubblico partecipante.

Un progetto nato nell’edizione 2022 della Milano Wine Week e curato meticolosamente da Paolo Porfidio, enologo e preparato sommelier del Terrazza Gallia Restaurant dell’Hotel Gallia in zona Milano Centrale (miglior sommelier 2023 della Guida Ristoranti d’Italia).

Sempre con Paolo Porfidio al timone, è stata molto interessante e caratterizzante la masterclass sui vini del Vulture di Masseria Imperatore, dove l’Aglianico la fa da padrone in modo elegante, austero ed avvolgente.

Poi, con Eros Teboni come relatore (altra figura di spicco della Sommelerie italiana), è stato fatto un intenso viaggio nell’Alto Adige con una batteria di bianchi e rossi della Cantina Kurtatsch, cooperativa nata nel 1990 nel Bolzanino: profumi ammalianti e ottime acidità nei vini degustati da Borghi d’Europa qui.

E ancora, sempre magistralmente condotta da Eros Teboni, interessante la Masterclass sui vini del Custoza Doc, a cura del locale Consorzio, dei blend bianchi ( da uve Trebbiano Toscano, Garganega, “Bianca Fernanda” e Trebbianello) che hanno bisogno di una spinta comunicativa, spesso forse un po’ sottovalutati, ma dotati di un buon potenziale evolutivo e buona beva.

Infine, la Mastercass sui vini di Nino Negri, con l’enologo responsabile Danilo Drocco (e presidente del Consorzio di Tutela Vini Valtellina) alla conduzione, per far capire i valori e l’identità del territorio valtellinese:soono state degustate tre interpretazioni nuove di 3 della quattro sottozone di produzione, Grumello Docg 2020, Inferno Docg 2020 e Valgella Docg 2019, oltre all’iconico Sforzato Docg Cinque Stelle, tutti Nebbiolo Chiavennasca in purezza.

Una serie di appuntamenti sotto l’egida della Milano Wine Wee, che hanno contribuito di certo alla visibilità del capoluogo meneghino, ma anche soprattutto all’intero comparto vitivinicolo del Belpaese.

Evviva!