venerdì 30 giugno 2023

Orecchiette nelle ‘nchiosce 2023, al via la grande festa della ‘regina’ pugliese - 26 cuoche per ricette in tutte le salse



L’8 e 9 agosto, a Grottaglie (Taranto), la nona edizione nel centro storico, tra i vicoli bianchi e nel Quartiere delle Ceramiche


26 cuoche per ricette in tutte le salse

Percorsi enologici, musica e artisti di strada.

www.orecchiettenellenchiosce.com

Orecchiette per tutti i gusti e in tutte le salse: quelle con ceci e purea di fave gluten free, con salicornia, al prosciutto di Faeto, con le cozze tarantine fino a quelle tradizionali con le rape.


Queste alcune prelibate ricette che proporranno le 26 chef protagoniste della nona edizione di “Orecchiette nelle ‘nchiosce – on the road”, la grande manifestazione enogastronomica di a Grottaglie, nel Tarantino che si terrà martedì 8 e mercoledì 9 agosto.

L'evento di quest'anno sarà dedicato all'Unione Cuochi Regione Puglia Lady Chef. Le cuoche, in nove postazioni, presenteranno le loro prelibate e originali ricette interpretando la regina delle tavole pugliesi, l'orecchietta. In due serate sarà possibile degustare la pasta in varie ricette, in un percorso di gusto che spazierà dalla tradizione alle più recenti rivisitazioni.


Il famoso Quartiere delle Ceramiche, con le sue numerose botteghe artigiane, e la parte antica di Grottaglie, con i suoi vicoli bianchi chiamati 'nchiosce, si trasformeranno in un percorso gastronomico, tra sapori antichi e novità contemporanee. Saranno poi le cantine e i birrifici artigianali pugliesi ad esaltare la maestria degli chef e, quindi, con mappa in una mano e calice nell’altra, si andrà alla scoperta dei vari stand. Saranno presenti cinque cantine vinicole e quattro birrifici di produzione artigianale.


Chi non si accontenta solo di mangiare, ma vuole anche mettere “le mani in pasta”, troverà un laboratorio per imparare a preparare manualmente le orecchiette. Immancabili saranno gli artisti di strada, dj set e gruppi musicali che intratterranno con allegria il grande pubblico. Tornerà inoltre “Radio orecchiette”, con la filodiffusione e voci di esperienza in ambito nazionale. Le serate si chiuderanno con un grande concerto,

Saranno due serate all’insegna del gusto e del divertimento in uno dei centri storici più belli del Tarantino, tra l’entroterra e il mare.


Il percorso si snoderà su via Crispi, via La Pesa, via San Francesco, via San Nicola, via D’Alessandro e via Umberto I.


Orecchiette nelle ‘nchiosce – on the road è organizzato dall’Associazione Le idee non mancano Aps, guidata da Cosimo Sanarica, con il patrocinio del Comune di Grottaglie e la collaborazione di Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche. Saranno due giorni di festa, gusto e spettacolo, ma non mancherà un messaggio di riflessione a carattere sociale. Aderisce all’iniziativa, infatti, l’associazione Alzaia onlus, che promuove anche a Grottaglie iniziative contro la violenza sulle donne e supporto al centro antiviolenza, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali del Comune.

Per informazioni: www.orecchiettenellenchiosce.com;

Facebook: www.facebook.com/orecchiettenellenchiosce

Tel: 327.3341089

Ricette


Orecchiette con pesto mediterraneo e spaghetto di bufala affumicata


Orecchiette con salicornia, datterino giallo e pane profumato alle erbe (vegana)


Orecchiette con crema di rape, cuore di burrata e mandorle tostate


Orecchiette ai tre pomodori


Orecchiette con ceci, cozze e cialda di pomodoro secco.


Orecchiette con purea di fave, cipolla rossa di Acquaviva, capocollo di Martina Franca croccante e vincotto.


Orecchiette con crema di zucchine verdi e gialle, fiori di zucchina, ricotta salata, panfritto alle acciughe e menta.


Orecchiette con ragù di braciole.


Orecchiette con crema di pecorino, fichi, crudo di Faeto e timo (gluten free)


Orecchiette con cime di rapa, acciughe, pepe al limone e peperoncino (gluten free)



giovedì 29 giugno 2023

Strada europea dei formaggi (Piemonte) – LE TOME DI VILLA

 





Una delle prime edizioni de 'La Montagna dell'informazione' si svolse nelle montagne del Feltrino,sul Monte Avena.

“Una bellissima passeggiata, tranquilla, amena, tra boschi di abeti e faggio e la vasta gobba prativa del monte Avena. Frequentabile in tutte le stagioni, sicuramente la primavera, per le fioriture, e l'autunno, per i colori e le calde luci dei bellissimi panorami sulle Vette Feltrine e le prealpi dall'Altopiano, al Grappa al Cesen, hanno una marcia in più. D'inverno è possibile camminare con le ciaspole, tuttavia si intersecano la pista di sci nordico e la pista di discesa e questo può creare qualche problema. Frequentate e molto belle numerose stradine adatte alla mountain bike.


Alla Casera dei Boschi, da dove si parte per la camminata, si incontrarono produttori e selettori di formaggi di malga. Fra loro un personaggio unico, Massimo Villa, di Val di Chy .

Val di Chy è un comune sparso italiano di 1 246 abitanti della città metropolitana di Torino, istituito il 1º gennaio 2019 dalla fusione dei comuni di Alice Superiore, Lugnacco e Pecco.)

“Tutto comincia nel lontano 1968, quando Villa Vinicio – da sempre appassionato della vita contadina e affascinato dal territorio in cui da pochi anni si è trasferito con la moglie e il figlio Massimo di 6 anni – decide di intraprendere la vita dell'affinatore di tome. Un tempo, data l'abbondanza del prodotto, questo lavoro si riduceva a mero centro di raccolta di tutte le tome della zona. La figura dell'affinatore si evolve solo negli ultimi anni a causa della notevole diminuzione dei produttori locali a cui si affianca la ricerca di un prodotto sempre più specializzato e curato.

Massimo, che nel frattempo ha intrapreso con passione questa professione, in pochi anni riesce a riscuotere notevole successo sia grazie al suo carattere sia alla eccelsa qualità del suo prodotto. Il segreto del suo successo? Selezionare esclusivamente le eccellenze che meglio rappresentano i diversi modi di intendere la toma. Tra Massimo e le aziende che per lui producevano si crea un rapporto di stima, fiducia e amicizia al punto che divenne abitudine chiamarli "i miei margari" (il margaro è la figura del contadino valchiusellese). I produttori custodiscono gelosamente anche il più piccolo segreto di quest'arte tramandata da generazioni che ricreano quotidianamente: in ogni toma troviamo celata sotto diverse forme la firma del proprio artista, dalla più visibile (grandezza e forma) alle più complesse tipologie di lavorazione fino alle differenze organolettiche.

In breve tempo l'azienda riscuote grande successo in tutta la zona, al punto che Claudia – moglie di Massimo – ed Elena – la figlia – decidono di trasformare il loro piccolo punto vendita non solo più in un negozio di paese, ma in una boutique del formaggio nel quale è possibile trovare ogni tipo di toma locale, in modo da accontentare i gusti di ogni cliente.

Nel corso degli anni l'azienda ottiene riconoscimenti e premi, viene segnalata nelle più prestigiose guide del settore e partecipa alle più importanti manifestazioni.

Nel 2007 la famiglia Villa subisce un brutto colpo: Massimo viene a mancare. Crolla un punto di

riferimento e si crea un vuoto difficilmente colmabile. Ad affiancare Claudia ed Elena nel mantenere

 viva la passione per il prodotto e per il territorio entra così il figlio più piccolo Matteo, giovane sì, ma

 non del tutto nuovo a questo mondo, poiché fin da piccolo ha seguito le orme del padre dal quale è

 riuscito a carpire i più piccoli trucchi del mestiere. La famiglia Villa continua a proporre prodotti di

 altissima qualità con la passione e l'esperienza di sempre giungendo così alla terza generazione e ci

 auguriamo per ancora molti anni a seguire. “


domenica 25 giugno 2023

Il Buon Paese - Borghi d'Europa nel Friuli Occidentale





I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa avevano iniziato il loro viaggio nel Friuli Occidentale nel lontano 1991, quando una visita di Luigi Veronelli aveva portato alla realizzazione di un ricco e articolato inserto nella rivista L'Etichetta.


Pravisdomini era stato uno dei primi borghi visitati : l'incontro con i vini di De Lorenzi era stato una delle piacevoli soste del gusto.

Il tempo scorre ma non cancella i buoni ricordi : ecco che il Friuli Occidentale ritorna nelle corde dell'informazione grazie al progetto di recupero come ciclovia della Ferrovia Motta di Livenza-San Vito mal Tagliamento.


La nascita del progetto l'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica), rimette al centro due Percorsi : la Via delle Abbazie (Percorsi della Fede), che tocca Pravisdomini,San Vito al Tagliamento,Sesto al Reghena, Moggio Udinese e Manzano (Corno di Rosazzo) e le ferrovie abbandonate.



Il format prevede per ogni incontro:


  • la visita e la partecipazione di comunicatori e giornalisti della stampa locale,

  •  regionale, nazionale ed europea nei luoghi del Percorso ;

  • le interviste a rappresentanti delle istituzioni e associazioni locali, imprenditori,

  •  rappresentanti delle istituzioni europee, ecc.;

  • la realizzazione di rassegne stampa multimediali (radio, tv, stampa, online e

  •  social);

  • dono di materiali didattici alle scuole dei territori coinvolti.

sabato 24 giugno 2023

In Franciacorta i segni della storia e i percorsi della fed

 


 I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno inserito l'azienda agricola Mirabella di

Saiano, nel Percorso Internazionale Eurovinum (Patrocinio IAI-Iniziativa adriatico ionica,Forum

Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriativo ionica).


Geografia e Storia

Rodengo dal punto di vista della geografia fisica è collinare, ma presenta comunque un rilievo montano, Monte Pianello (678 m s.l.m.)Altri rilievi collinari sono il Monte Delma (340 m s.l.m.) e il colle della Rocca (299 m s.l.m.)

Rodengo, in epoca romana, era attraversato da un'importante strada romana consolare che metteva in comunicazione Brescia (lat. Brixia) con la Val Camonica (lat. Vallis Camunnorum) costeggiando il lago d'Iseo (lat. Sebinus lacus: da cui il nome della strada) e terminando a Rognum (Rogno).

La nascita del comune risale al 18 ottobre 1927 quando, con il Regio Decreto nº2011, Rodengo e Saiano vennero unificati in un'unica municipalità. I due centri, infatti, mantennero nei secoli la loro indipendenza in considerazione della diversa origine storica. Saiano, infatti, nasce in epoca romana, come provato dal rinvenimento di un cippo funerario conservato al Museo di Santa Giulia di Brescia; Rodengo, invece, ha un’origine longobarda, come attestato da una carta topografica del 910 d.C.




Ma la Franciacorta offre anche molti spunti di interesse storico e artistico.

L’Abbazia Olivetana Benedettina di Rodengo Saiano è uno dei complessi religiosi più famosi della Franciacorta. Fondato nel 1090, è intitolata ai Santi Nicola e dal 2019 anche a Paolo VI, Santo bresciano a cui questo luogo era tanto caro.

Gioiello architettonico circondato dalla quiete con all’interno importanti capolavori artistici, l’Abbazia di Rodengo Saiano è la meta ideale per una domenica di contemplazione e tranquillità da vivere in famiglia.

Tuttora abitata da monaci olivetani, l’Abbazia si presenta al visitatore con la sua Chiesa rinascimentale dalla facciata semplice e con l’elegante protiro del Quattrocento. Al suo interno la pala del Moretto con S. Pietro e S. Paolo e il grande quadro delle Nozze di Cana di Grazio Cossali (1608). Tra le meraviglie che più colpiscono gli avventori i tre chiostri – del ‘400, del ‘500 e del ‘600 detto “Cisterna” – e gli affreschi del Romanino nel refettorio della foresteria. Da non perdere infine il refettorio, la galleria monumentale lunga 106 metri che dà accesso a una trentina di celle monastiche e il piccolo museo di oggetti sacri.

Insieme al Monastero di San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo, l’Abbazia Olivetana dei Santi Nicola e Paolo VI è parte dell’itinerario cluniacense europeo.


Gli itinerari cluniacensi


All'inizio del X secolo, Guglielmo il Pio, Duca d’Aquitania, fondò un’abbazia Benedettina a Cluny, nella regione francese della Borgogna. Questa grandiosa abbazia era il centro di una rete di oltre 1800 monasteri e edifici affini in Europa e oltre i confini del continente, noti come siti cluniacensi. Cluny divenne così una capitale spirituale e un focolaio di sviluppo sociale e culturale in una società medievale alla ricerca di un significato più profondo.

Patrimonio

A Cluny, nel cuore dell’Itinerario, si trovano i resti della grande chiesa abbaziale, la Maior Ecclesia, il più grande edificio religioso dell'Europa medievale. Cluny era conosciuta all'epoca come "la seconda Roma" e dispone ora del secondo più grande numero di edifici medievali nel mondo, dopo Venezia. Il patrimonio tramandatoci dai monaci in Europa, peraltro, si estende oltre il patrimonio costruito. In oltre 1800 siti (tra cui monasteri, scuole, castelli, borghi, città, vigneti e mulini) sono conservati oggetti come manoscritti e le loro miniature, spartiti musicali, convenzioni, mobili, opere d'arte e reperti archeologici, ma anche paesaggi, vini e tradizioni.

Viaggiare oggi

Ogni sito cluniacense racconta a modo suo la storia del proprio patrimonio materiale e immateriale. Attraverso le sue destinazioni cluniacensi, la Federazione offre un'introduzione tematica che porta i partecipanti fuori dai sentieri battuti. Gli escursionisti esperti o occasionali apprezzeranno i Viaggi cluniacensi, che possono durare da un'ora ad alcune settimane. Infine, l'enciclopedia digitale Clunypedia rappresenta un mezzo per conoscere questi siti e per rendere le visite più istruttive, divertenti ed emozionanti, fornendo una conoscenza del patrimonio cluniacense accessibile a tutti



 European Federation of Cluniac Sites
Tour des Fromages
FR-71250 Cluny (FRANCE)
Tel: +33 (0) 3 85 59 31 82



Borghidelgusto2023

https://iborghidelgusto2023.blogspot.com/2023/06/in-franciacorta-fra-vini-deccellenza-e.html

Percorsi della fede

https://newspercorsidellafede.blogspot.com/2023/06/in-franciacorta-fra-vini-deccellenza-e.html


giovedì 22 giugno 2023

A TU PER TU COI TERRITORI: DALLE BOLLICINE AL SALAME DI VARZI DOP IN OLTREPO'










Due chiacchiere tra Borghi d’Europa e Carlo Veronese, Direttore del Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese

Milano, 21 Giugno 2023- Durante la quinta edizione di Spumantitalia a Riva Del Garda, Borghi d’Europa ha fatto due chiacchiere col Direttore del Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Veronese, toccando tra i vari argomenti anche il connubio cibo- vino oltrepadano.

Carlo Veronese ha spiegato che un momento di promozione dedicato interamente alla bollicine come il festival Spumantitalia ci sta appieno, è sicuramente importante esserci per la presenza dei buyers e perché si tratta di un evento ben più tecnico di tante altre degustazioni.

Le bollicine Metodo Classico da uva Pinot Nero rappresentano un’eccellenza vinicola dell’Oltrepò, che ben si può sposare con piatti e ingredienti tipici locali, come ad esempio il prelibato Salame di Varzi Dop (Borghi d’Europa ha poi partecipato anche alla rassegna Che Salame!  nel magnifico Castello Malaspina a Varzi).

 

Secondo Carlo Veronese, per aumentare la visibilità è necessario che ogni realtà lavori in sinergia collettiva: ci dev’essere maggiore equilibrio tra cibo e vino, al momento le Cantine sono molto più attrezzate rispetto al food e alcune materie prime da mercato rionale, seppur uniche e di qualità devono diventare di nicchia e di conseguenza anche meglio comunicate.

Il territorio oltrepadano può e deve fare ancora meglio nella promozione, visto che possiede un patrimonio enogastronomico ricco e si devono sfuttare bene i vari momenti fieristici e tematici nel corso dell’anno, cosa peraltro fatta molto bene sinora dal Consorzio di Tutela Vini Oltrepò.

Così va bene!

mercoledì 21 giugno 2023

Percorsi della fede - La Via delle Abbazie IN FRIULI



 

La motivazione che mi ha spinto a questa visita è chiaramente storico-artistica, oltre che spirituale. Si tratta di fare un viaggio lungo antichi percorsi, che collegano le antiche abbazie benedettine di San Gallo a Moggio Udinese, di Rosazzo a Manzano e di S. Maria a Sesto al Reghena, percorrendo un itinerario di circa150 km che, dalle Alpi Giulie e Carniche, arriva fino ai Colli Orientali del Friuli, per giungere infine alla pianura del pordenonese, sul fiume Reghena ai confini con il Veneto.

Un percorso nell’arte e nella storia che permette di riscoprire angoli di notevole interesse del territorio regionale, ma anche panorami splendidi e, “last but not lost”, di assaggiare cibi e vini indimenticabili..
 

Si parte dall’Abbazia di S. Gallo, a Moggio Udinese, un piccolo paese al confine coll’Austria, circondato dalle vette delle Alpi Giulie e delle Alpi Carniche. L'Abbazia, che sorge sul colle di Santo Spirito e domina tutta la vallata, fu fondata nell'XI secolo per volere del Patriarca Ulrico I il quale, per dieci anni, fu abate di S. Gallo in Svizzera e fu uno dei monasteri Benedettini più importanti dell'Alto Medioevo.



Abbazia di San Gallo a Moggio Udinese


L'attuale chiesa abbaziale, costruita nel 1761 conserva molte opere artistiche di pregio tra cui un organo del XVIII secolo, il più grande del Friuli e gli stalli in noce massiccio intagliato. Ai fianchi dell'altare barocco le statue di San Gallo e di San Carlo Borromeo. Nel corridoio, verso la cappella del Santissimo, un grande Cristo crocefisso, in noce dipinto del 1466; a destra il battistero risalente alla precedente chiesa con affresco raffigurante la parabola delle Vergini. Da non perdere l'elegante chiostro benedettino e la torre, comunemente chiamata Palazzo delle prigioni, che probabilmente è una delle torri del castello medievale.


Terminata la visita di questa splendida Abbazia e si costeggia per un lungo tratto montano il fiume Tagliamento, seguendo l'antica via Julia Augusta e percorrendo un’area ricca di pascoli, zone boschive, colline moreniche, riserve naturali, laghetti e zone agricole, fino a giungere nel Comune di Manzano sui colli orientali del Friuli, ad una ventina di chilometri da Udine ed a una decina dal confine con la Slovenia.

Qui si può ammirare tutto il paesaggio circostante. che spazia a est dalla Slovenia (con i monti che furono teatro della Prima Guerra Mondiale) fino al golfo di Trieste, a sud-est dal campanile di Aquileia fino al mare Adriatico. Particolarmente interessante la visita all’Abbazia di Rosazzo a Manzano. Non abbiamo notizie certe sull’origine di questo Monastero; quel che è certo è che esso, verso l'anno 1100, venne elevato al rango di Abbazia, prima dell’Ordine Agostiniano, poi Benedettino. Durante il XIII secolo l'Abbazia raggiunse il suo massimo splendore, ma nel 1323 tutta la struttura abbaziale subì un gravissimo incendio nel quale andarono distrutti tutti i documenti.

L'anno 1391 portò una novità per l'abbazia di Rosazzo: Papa Bonifacio IX diede in commenda l'abbazia, cosa che portò un decadimento spirituale per il monastero, tanto da portare all'abbandono dell'Abbazia stessa da parte dei Monaci Benedettini. Dopo alterne vicende, solo nel XVI sec. si ebbe una rinascita del complesso abbaziale, che nel XIX sec. divenne la residenza estiva degli arcivescovi di Udine, che così ebbero il titolo nobiliare di “Marchesi di Rosazzo”.

Dopo il terremoto del 1976 si ebbe una vera rinascita spirituale ispirata dal ‘Progetto Rosazzo’; ora il “Monastero delle rose”’ opera come centro di cultura, organizzando importanti manifestazioni. Particolarmente significativo, poi, il “Sentiero delle rose”, che percorre il perimetro dell'Abbazia e mostra una splendida collezione di rose: sono presenti tutte le più importanti famiglie di rose antiche (gallica, alba, damascena, centifoglia, noisette, bourbon, cinese, whicuraiana ecc) oltre a diversi rosai moderni. Lo spettacolo che è possibile ammirare durante la primavera non ha eguali!



 
 Il sentiero delle rose


Ci si dirige poi verso Amaro e il lago di Cavazzo, il più grande della regione, per poi scendere arrivando al l lago del Cornino a Spilimbergo, per poi proseguire fino all’Abbazia di Sesto al Reghena.


Qui si visita l’antica Abbazia di Santa Maria in Sylvis, fondata nella prima metà dell'VIII secolo, che ospita una vasta esposizione di reperti lapidei e sculture, dall'epoca romana fino al Medioevo. L'Abbazia, devastata dagli Ungari nel 889, fu ricostruita e fortificata, assumendo l'aspetto di castello medioevale con un sistema difensivo formato da torri e fossati.
Oggi si può ammirare la torre d'ingresso, risalente alla fine del '400, la basilica, la residenza dell'abate (attualmente sede del Municipio), la cancelleria abbaziale e la canonica.



Abbazia di 
Santa Maria in Sylvis



La 
Basilica eretta nelle forme romanico-bizantine è decorata da un ciclo di affreschi della scuola di Giotto (1316-1320). Nella cripta si conservano l'urna di Santa Anastasia, splendido monumento di età longobarda, la quattrocentesca Pietà in pietra arenaria da attribuire ad un maestro tedesco, l'Annunciazione, risalente agli inizi del XIV secolo e, nella loggetta situata alla sinistra dell'ingresso, un ciclo di affreschi cavallereschi (raffiguranti Carlo Magno).


Questo per quanto riguarda l’aspetto spirituale del mio viaggio; per quanto si riferisce a quello enogastronomico rimando al prossimo articolo!


Gianluigi Pagano

martedì 20 giugno 2023

Il Buon Paese (Molise) - Longano, borgo in provincia di Isernia

 


Le prime notizie sul comune risalgono al 1269 e ne attribuiscono la proprietà alla famiglia Bucca, che ne sarebbe stata investita da Carlo I d'Angiò; da questa il feudo passò ai Capuano e alla famiglia di Andrea d'Isernia che, sul finire del XIV secolo, lo cedette ai Gaetani; i diritti furono poi trasferiti ai d'Evoli, ai Ruffo, agli Spinelli. Nella seconda metà del Quattrocento ne figurano proprietari i Galeota, poi gli spagnoli Perez all'inizio del XVI secolo; da questi il feudo passò nuovamente ai Gaetani, poi ai toscani Sommava, ai Vigliena che ne risultano proprietari nel 1670, ai Gattuccio ed infine, nel 1716, agli Zona, originari del casertano, che ne furono gli ultimi signori prima della fine del feudalesimo. Iscritta al distretto di Isernia, governo di Monteroduni, nel 1807, la comunità è sempre appartenuta al Molise. A cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo ha conosciuto il fenomeno del brigantaggio e della reazione contadina ai fermenti rivoluzionari e repubblicani: era originario di queste terre Salvatore Fiocca, uno dei più celebri e temuti fuorilegge del tempo. Dal 1928 al 1934 è stata accorpata al comune di Isernia.

Dell'antico castello non rimangono che pochissime rovine, difficilmente databili anche perché nel corso del tempo parecchio materiale lapideo è stato prelevato per l'edilizia urbana. Insieme ad alcune strutture del patrimonio urbanistico, i ruderi hanno portato taluni ad attribuire alla comunità un'origine altomedievale ma c'è chi ritiene che la costruzione del castello non sia anteriore al periodo angioino.

Dell'architettura sacra fa parte la chiesa di S. Bartolomeo Apostolo, oggetto di un consistente intervento di ampliamento durato ben 77 anni, dal 1816 al 1893.

"....dopo una fontana quasi monumentale, si deve notare per forza la chiesa a tricora di S. Rocco. Rifatta in forme neoclassiche è sicuramente più antica, come sembrerebbe dalla croce stazionaria trecentesca la cui cornice circolare e la sottostante colonnina ottagonale sono murate in una vicina casa privata. L’interno non presenta nulla di particolare oltre la base seicentesca di un’acquasantiera che oggi regge la mensa del moderno altare, ma una bascula appesa ad un braccio mobile metallico attira l’attenzione. Nella retrostante nicchia vi è la statua di S. Donato, vescovo di Arezzo, che si riconosce per la presenza ai suoi piedi di un putto che regge un fulmine. (https://www.francovalente.it/2007/09/14/longano/ )


Disegno ottocentesco della chiesa di San Rocco 

IL BUON PAESE – L’incontro a Ca’ Biasi a Breganze : i vini e le gemme del territorio


La rete internazionale Borghi d’Europa, nel quadro del progetto L’Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI- Iniziativa Adriatico Ionica,Forum intergovernativo per la cooperazione nella regione adriatico ionica), ha realizzato uno stage d’informazione presso l’Azienda Agricola Ca’ Biasi della famiglia Dalla Valle, a Breganze.

Il paese sorge nella pedemontana vicentina, diviso a metà tra collina e pianura, alle falde dell’Altopiano di Asiago. Breganze è terra industriosa e viticola, di produzione di vini DOC e zona a propensione turistica facente parte della ‘Pedemontana Veneta’.

Lo stage multimediale si è aperto con la testimonianza del Sindaco di Breganze, avv.Piera Campana, che ha assicurato la partecipazione del Comune alle iniziative di informazione di Borghi d’Europa, previste fino a dicembre del 2024.

Il vivace intervento di Fabio Dalla Costa, maestro liutaio (Diplomato alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona nel 1984, allievo di G.B. Morassi nella bottega-scuola CEE sino al 1988), ha  caratterizzato l’incontro, segnato da una forte consapevolezza culturale .

” E poi – osserva Antonella Pianca, giornalista e degustatrice AIS -, il via alle interviste sulla sostenibilità nella filiera agroalimentare. Una autentica scoperta!”

Nel primo intervento Innocente Dalla Valle ha tratteggiato la storia di Ca’ Biasi e dei vini autoctonidel territorio. Vespaiolo, Groppello e Torcolato hanno accompagnato i formaggi della Cooperativasociale Frantoio Malga Monte Asolone di Pove del Grappa. Il racconto di Michela e Arianna ha completato le storie : Ca’ Biasi (socio della Cooperativa), conferisce le proprie olive a Monte Asolone, che le trasforma in ottimo olio nel proprio Frantoio.

Breganze vanta anche un prodotto/piatto storico De.CO. : el toresan.

Nel racconto della Accademia del Toresan, Libera Associazione per la difesa e promozione dell’arte dello spiedo nella cucina

“Il Comune di Breganze con delibera di Consiglio Comunale di n. 51 del 29/11/2012 si è espresso

a favore dell’adozione della Denominazione Comunale approvando il regolamento De.co. A

seguito di ciò, dopo aver espletato tutto l’iter previsto nel regolamento su menzionato, con

delibera di Giunta n. 44 in data 10/04/2014, esprime voto unanime e favorevole affinché venga

approvato il disciplinare di produzione del piatto storico di Breganze “ I Toresàni allo spiedo

De.co.”.

Il Torresano, o colombo di torre, è inserito nell’elenco dei prodotti tradizionali veneti e allevato

sin dal Medioevo. A Breganze, nel Vicentino, i torresani sono cotti allo spiedo, su fuoco a legna.

Sono perfetti con la polenta e i vini del territorio, i Doc Breganze, in particolare il Torcolato

Subito dopo, l’intervento di Denis e Michele Novello, della Macelleria Non solo Carni di Breganze,per presentare i propri salumi artigianali. ” Abbiamo un rapporto previlegiato con un’azienda agricola che alleva i maiali in condizioni di assoluto benessere animale”. Da buoni norcini ‘i Noveo’ ci mettono la competenza e il buon gusto !Da non dimenticare l’ampia scelta di carni e la gastronomia, autentico fiore all’occhiello di famiglia.

Maria Vicentini ha presentato la storia di Vicentini1966 : “Abbiamo una missione: creare buon cibo, non fermarci al conosciuto, creare innovazione, bellezza, prodotti sani, continuando a farci delle domande. “

Pane, Pasticceria,Cucina :

FARE IL PANE È MESTIERE, SCIENZA, ARTE E FILOSOFIA.

SCEGLIAMO FARINE A FILIERA CORTA, CON PICCOLE QUANTITÀ RAFFINATE AL MINIMO E PRODUCIAMO LA NOSTRA FARINA A KM 0.

IN CUCINA LA MATERIA PRIMA È LA FORZA TRAINANTE, CERCHIAMO QUINDI DI MANTENERLA INALTERATA CON LA SEMPLICITÀ.

In pasticceria è arrivato un dolce caratteristico della Pedemontana vicentina : La Pèca del Salbaneo . Ne parla Paolo Vicentini : “….nasce da un magico incontro tra la Ciliegia di Marostica I.G.P., il vino Torcolato D.O.C. Breganze e l’Olio extravergine d’oliva della Cooperativa Pedemontana del Grappa. Insieme, questi tre ingredienti preziosi danno vita a un dolce di pasticceria che mescola genuinità e tradizione. Una sinfonia di gusti e aromi che riunisce le eccellenze agricole della Pedemontana Vicentina in un prodotto artigianale unico nel suo genere.

Il progetto nasce dagli enti impegnati nella valorizzazione e nella tutela dei tre prodotti agricoli protagonisti del dolce: il Consorzio di Tutela della Ciliegia di Marostica I.G.P., il Consorzio per la Tutela della D.O.C. dei vini Breganze e la Cooperativa Pedemontana del Grappa.

L’idea di unire ciliegie, vino e olio, per creare un unico prodotto in grado di rappresentare e promuovere al meglio il territorio, è stata poi affidata ad alcuni maestri pasticcieri locali che, insieme, hanno creato la ricetta di questo dolce.

Il dolce prende vita dalle peripezie del Salbaneo, bizzarra creatura dell’immaginario popolare veneto, che ha ispirato i maestri pasticceri nella creazione di questo prodotto caratteristico.

Secondo la fiaba, il Salbaneo creò questo dolce come pegno d’amore per l’amata Feliziana, che si era dimenticata di lui dopo aver calpestato l’impronta (la pèca) del folletto. Da allora, il Salbaneo continua a donare la sua dolce creazione, nella speranza che giunga alla bella Feliziana e che questa, calpestando la sua orma con le scarpe invertite, possa ritrovare la memoria perduta e ricordare il loro magico incontro.

Gli ospiti si sono poi trasferiti a Che Ben, la pizzeria contemporanea di Maragnole, progetto che è l’avventurosa evoluzione di oltre 50 anni di esperienza, di conoscenza del lievito madre e di continui aggiornamenti nel mondo della panificazione di Vicentini 1966.

Mentre si aspetta ecco le chiccherie, sfiziose leccornie per colmare il vuoto.

Poi la degustazione : pizze con Rotonda di grano tenero (FARINA MACINATA A PIETRA DELLA PIANURA PADANA, LIEVITO MADRE, 72 ORE DI FERMENTAZIONE E 70% DI IDRATAZIONE),Teglino di grano duro ( CON FARINA DI GRANO DURO ITALIANO, LIEVITAZIONE DI 48 ORE MISTA CON LIEVITO MADRE E IDRATAZIONE OLTRE 85%),

Panini & panozzi.

I vini di Ca’ Biasi hanno ottimamente accompagnato la degustazione.

” Siamo – commenta Renzo Lupatin, giornalista-, di fronte ad una proposta di alto profilo, che non lesina sulle scelte di qualità e punta decisamente verso l’alto. La chiarezza e l’impegno sono il leit motiv di famiglia. “

A buona conclusione dell’incontro, l’intervento di Silvia Gastaldello della Torrefazione Oselladore

di Rossano Veneto ( regali Natalizi e Pasquali EnoGastronomici per Aziende e Privati, Dolci e Caffè)

“Oselladore, Torreffattori dal 1963. Le migliori qualità di caffè, le migliori miscele, 50 anni di esperienza che vi permetteranno di assaporare straordinari caffè.”

La Bottega di Oselladore è nata nel 1963 in un piccolo paese della provincia di Vicenza: Schiavon. Fondata dalla Famiglia Oselladore. I prodotti sono il frutto del lavoro di due generazioni dedite al gusto e alle tradizioni italiane.

L’azienda è composta da un team per la maggioranza di donne. Il gusto e la scelta del bello è specialmente donna… Ogni anno il team cresce creando nuovi prodotti e nuove combinazioni enogastronomiche dal sapore esclusivo.

E, dulcis in fundo, lo straordinario racconto del ‘Nostrano del Brenta’.

Il gruppo spontaneo “Amici del Nostrano del Brenta” nasce quasi per caso una sera di primavera del 2012, quando ancora la collaborazione con il Consorzio Tabacchicoltori Montegrappa di Campese a Bassano del Grappa non era ancora iniziata. Nasce e si sviluppa così come nasce e si sviluppa una passione, una curiosità, ovvero una brama di conoscenza verso la storia e lo sviluppo della pianta del tabacco Nostrano del Brenta nella sua leggendaria, ma documentata, storia secolare tra Bassano del Grappa e la Valle del Brenta. Il filo conduttore che caratterizza tutti gli eventi, tutti gli spunti e tutte le riflessioni che gravitano attorno al tabacco ed agli Antichi Sigari Nostrani del Brenta (interamente fatti a mano) è sempre la stessa: storia, cultura, meditazione, eleganza e relax. Il gruppo si occupa e collabora, con chiunque ne faccia richiesta, all’organizzazione di serate di presentazione, degustazione e narrazione sul tema della coltivazione del tabacco nella Valle del Brenta, della riscoperta delle sue tradizioni e dei sapori di un tempo. Si pone da tramite tra il Consorzio di Campese, i titolari dei locali, le tabaccherie, gli enti del territorio o altri gruppi che ritenessero interessante affrontare in modo a volte ludico, a volte enogastronomico, a volte culturale e storico il tema del tabacco Nostrano del Brenta. Durante le serate, normalmente, si affronta il fascino del mondo del sigaro con un percorso di degustazione, abbinamenti, spunti e contributi tecnici, storici e filmati sulla storia e sulla tradizione del tabacco, del suo territorio e del suo contrabbando. Nel corso delle serate si lascia libero spazio al confronto ed al dibattito tra i partecipanti alla serata sul ruolo del tabacco da sigaro ai nostri tempi. Durante la “fumata” normalmente si illustrano la coltivazione, l’essicazione ed il contrabbando del tabacco, la preparazione dei sigari realizzati con il “Nostrano del Brenta” alla presenza delle sigaraie, del blender e di un rappresentante del Consorzio Tabacchicoltori Montegrappa, ci si immerge nella secolare storia del contrabbando di tabacco con i brani del libro “Foglie di Tabacco” di M. Crestani o nella faticosa realtà della sua coltivazione con il film “Fazzoletti di terra” del regista G. Taffarel. Ampio spazio lo si vuole lasciare agli Amici che ogni giorno si aggiungono al gruppo, in modo da avere più input e riflessioni possibili sull’affascinante storia del tabacco Nostrano del Brenta e dei suoi “pifferi”, gli antichi sigari. L’iniziativa nata per la passione verso la propria vallata, Valstagna e tutto il territorio che si relaziona a stretto filo con la famosa Alta Via del Tabacco ci auguriamo possa diventare un’occasione per riscoprire e valorizzare i luoghi dove questa storia e queste tradizioni si sono sviluppate, ovvero il territorio del Canale di Brenta.”