lunedì 25 dicembre 2017

MILANO, VETRINA DEL GUSTO : le iniziative del 2017



La Milano dei ‘trani’ e delle osterie storiche

Le Vie del Caffè : Caffè Losa
I Mulini del Gusto e le Vie del Pane : Panificio F.lli Longoni
le Vie della Birra : in collaborazione con Belgio Turismo Visit Flnders – Iniziative di informazione sulle birre d’Abbazia delle Fiandre
in collaborazione con Ente del Turismo Irlandese – Iniziativa di informazione con visita
al Pog Mahones Irish Pub

in collaborazione con l’Ente Nazionale del Turismo Ellenico (Grecia) :
Visita di una delegazione a Rodi
La Taverna Mykonos a Milano

in collaborazione con l’Ente del Turismo Ceco :
Visita di una delegazione a Praga

le Vie della Birra : Birrificio Jhon Barleycorn a Milano
Le Terre Patrimoni del Gusto : la Spagna a Milano, il ristorante Albufera
Le Terre dei Patrimoni del Gusto : Enrico Rizzi
Le Terre dei Patrimoni del Gusto : il Forno Luini, per lo Street Food
Le Terre dei Patrimoni del Gusto : le Vrai, un angolo di Francia a Milano
Le Terre dei Patrimoni del Gusto : i vini della Valtellina
Le Terre dei Patrimoni del Gusto : la cucina umbra a Milano

L’Austria Club a Milano

Le Vie dei Norcini : il Salame di Vrazi

Le Vie d’Acqua : l’Enoteca Il Secco, nei Navigli
il Ristorante Bellariva nei Navigli

Le Ferrovie (non) dimenticate : l’Osteria alla Stazione

Il Mulino del Gusto e la Via della Pizza : Pizzeria Partenopea


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http://www.portaledelleosterie.it/osterie.



 


 








 









 




















LE GRANDI DEGUSTAZIONI DI NATALE DI BORGHI D’EUROPA A MILANO




Prima delle festività natalizie, la redazione della testata web Borghi d’Europa ha partecipato nel Milanese a tre importanti appuntamenti dedicati al mondo del vino, oltre ad aver promosso un evento legato al progetto d’informazione “Milano Vetrina del Gusto”, martedì 5 Dicembre c.m. , presso la Trattoria tipica lombarda dei F.lli Zanini a Rho.
Si è trattato di un convivio a tavola, dove è stato dato spazio comunicativo a due terroir molto rappresentativi e assolutamente diversi tra loro: l’Irpinia, coi vini della Cantina Historia Antiqua, dove eccellono l’Aglianico Taurasi Docg e il Greco di Tufo Docg, che esprimono appieno un terreno di origine vulcanica dalla spiccata mineralità e poi la Valtellina, con le varie declinazioni di Nebbiolo Chiavennasca (Sassella, Inferno, Sfursat) delle Cantine Nera e Caven Camuna, esempio calzante di viticoltura eroica di montagna.
Borghi d’Europa ha poi partecipato all’imponente banco d’assaggio promosso dall’Associazione Gowine, legato alla presentazione della prestigiosa Guida Vitivinicola Cantine d’Italia 2018, dove sono state premiate diverse etichette, all’evento dedicato ai grandi passiti calabresi di Greco di Bianco all’Hotel Principe di Savoia, voluto dalla Fondazione Italiana Sommelier-Bibenda e alla degustazione dei vini premiati coi 3 Bicchieri dal Gambero Rosso, presso la location dello Spazio MarcoPolo4.
Non c’è che dire, tre momenti superbi di degustazione che fanno di Milano una vera e propria Vetrina del Gusto, prima della fine di questo 2017!

Photo Credits by Endstart Photos





lunedì 18 dicembre 2017

ENRICO RIZZI: LA SARTORIALITA’ NELLE CREAZIONI DOLCIARIE




    
Milano, 18 Settembre 2017- L’arte dolciaria nel nostro Belpaese, così ricco di eccellenze tipiche, è spesso oscurata dai grandi marchi commerciali presenti nella grande distribuzione, anche se fortunatamente ci sono (e ci saranno) sempre delle realtà che si distinguono: a tali realtà appartiene Enrico Rizzi e il suo marchio a Milano.
La Redazione Milanese di Borghi d’Europa ha fatto una delle sue visite gustose, incontrando Enrico Rizzi nella sua boutique con laboratorio artigianale di Via Correnti, vicino al Duomo di Milano, rimanendo molto colpita dalla qualità eccelsa e la particolarità delle creazioni dolciarie di Rizzi: si può tranquillamente parlare di sartorialità in ogni prodotto, che siano gelati, o macarons, o praline di cioccolato o gelatine, ognuno di essi splende di luce propria con un’identità precisa.
Enrico Rizzi è un’autodidatta del settore agroalimentare, essendosi avvicinato a questo mondo grazie a delle esperienze nella comunicazione e nella viticoltura e grazie a delle frequentazioni nel ristorante di Claudio Sadler. Nel 2003 è esplosa definitivamente la passione per la cucina, aprendo una piccola azienda di banqueting, dove venivano preparate cene per eventi aziendali e privati, tra cui matrimoni (fatti circa 110 eventi), che hanno ricevuto degli ottimi feedback da parte della clientela: è durante questo periodo che Enrico Rizzi ha iniziato ad appassionarsi sempre di più alla pasticceria.
Nel 2010, con l’aiuto del socio e amico Fabrizio, Rizzi ha aperto Attimi di Gusto in Via Vigevano (zona Navigli), piccola bottega dolciaria con caffetteria e laboratorio dove i risultati sono stati ottimi.
Nel 2011 è stata aperta la sede di Via Correnti, dove è avvenuta la consacrazione definitiva, che ha portato a un significativo passaggio di specializzazione verso l’universo dolciario, con il lancio del marchio Enrico Rizzi e il profondo cambiamento del locale di Via Correnti, togliendo sostanzialmente la parte caffetteria. Oggi, oltre alla boutique principale con laboratorio a vista, Enrico Rizzi ha altre due rivendite in Via dell’Unione e in Via Tortona.
La clientela può acquistare i dolci anche online, sia in Italia (a Milano consegne in un’ora grazie al portale Glovo) che in Europa, dove Enrico Rizzi, che si muove molto spesso all’estero, (prevalentemente in Francia per studiare le nuove tendenze e confrontarsi con le migliori realtà pasticciere), cerca nuove partnership d’eccellenza.
Come già detto, si può tranquillamente parlare di firma sartoriale, perchè è davvero incredibile la ricerca continua delle materie prime e degli abbinamenti di diversi sapori, fondamentale per mantenere alta la qualità delle creazioni dolciarie, chiamate da Rizzi Sinfonie.
Le Sinfonie, non sono altro che degli abbinamenti molto originali e pregevoli di sapori diversi, che possono essere proposti in tutti i dolci realizzati: un esempio possono essere la Sinfonia d’Oriente, mix di fiori d’arancio, rosa e zenzero e la Sinfonia Tropicale, che presenta ananas, frutto della passione e zafferano.
Borghi d’Europa, dopo avere avuto il piacere di assaggiare queste prelibatezze, ha deciso di dare il giusto risalto giornalistico alla realtà di Enrico Rizzi.

Pizza gourmand: la quarta pizzeria milanese di Gino Sorbillo

L’inarrestabile Gino Sorbillo alla conquista di Milano con l’apertura del suo quarto locale, Pizza Gourmand in via Ugo Foscolo 3. Dopo Lievito Madre, Zia Esterina e Olio a crudo, il pizzaiolo partenopeo più famoso d’Italia cala il poker sotto la Madonnina. Noi l’abbiamo incontrato all’apertura di Wood*ing BAR, seduti affianco al simpatico maestro della lievitazione ci siamo fatti raccontare questo progetto che ha come focus la pizza regionale. Pizza Gourmand sfornerà pizze con ingredienti provenienti dalle regioni italiane, verranno cotte in forno elettrico (novità per i locali di Sorbillo) e non ci sarà solo spazio per le pizze napoletane. Non resta che fare un giro.

Martina Di Iorio 
da ZERO Milano

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Bruno Sganga intervista Gino Sorbillo

Nella terza puntata della trasmissione televisiva L'Italia delgusto dedicata a Milano,
vetrina del Gusto, il giornalista ed enogastronomo Bruno Sganga intervista il grande
Gino Sorbillo, per il suo magazine La Verità nel Piatto.
La collaborazione continuerà nel 2018, con la pubblicazione  delle interviste a
personaggi del mondo enogastronomico.
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Dalla Valtellina, i vini de Le Strie

L’azienda agricola Le Strie ha la sede a Teglio, F.ne S. Gervasio 13/A, nel cuore della Valtellina, terra famosa per la produzione di grandi vini rossi a base di uve Nebbiolo.

"Siamo una piccola realtà di viticoltori (Luciana, Marisa, Paolo e Stefano) che coltivano direttamente circa un ettaro di vigneto: la maggior parte delle uve è di nostra produzione e solo una piccola parte viene acquistata. La produzione media di bottiglie è molto limitata: attualmente sono circa 7500.Tutti i nostri vini sono di tipo tradizionale ed esprimono in modo inequivocabile le caratteristiche delle uve Nebbiolo allevate in Valtellina.I nostri prodotti sono tre: Valtellina Superiore docg (con rinforzo di uve appassite), Sforzato docg, Terrazze Retiche di Sondrio Nebbiolo igt. "

Tutte le uve provengono dalle sottozone del Valtellina Superiore note come Sassella, Valgella e Grumello. Le produzioni di uva sono, in media, di circa 60 quintali per ettaro: molto inferiore a quanto prevede il disciplinare di produzione ma è un passaggio necessario per la produzione di vino di qualità.
"In cantina lavoriamo in modo tradizionale: il Valtellina Superiore docg e lo Sforzato docg dopo la fermentazione in recipienti di acciaio vengono affinati in botti grandi di rovere; il Terrazze Retiche di Sondrio Nebbiolo igt è vinificato e affinato solo in acciaio. Ci occupiamo direttamente anche della fase di promozione e vendita dei vini. I nostri vini si esprimono al meglio se abbinati ai cibi: gli accostamenti consigliati vanno dalle carni rosse alla griglia, arrosti, brasati, formaggi stagionati. E’ consigliabile degustarli utilizzando grandi bicchieri (tipo balloon) alla temperatura di servizio di 16-18°C. Se conservati nelle condizioni corrette possono durare fino a 20 anni e oltre."
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La Valtellina a Milano : storie d'informazione

Borghi d'Europa inizierà il proprio percorso d'informazione a Milano, dedicando alla Valtellina
alcuni stages, per la realizzazione di almeno tre puntate della propria trasmissione televisiva .
Dopo la presentazione alla Trattoria Zanini di Rho del progetto Milano,Vetrina del Gusto e
l'incontro con la Cantina Nera e l'azienda agricola Caven Camuna, i giornalisti e i comunicatori
della rete internazionale hanno potuto degustare i vini de Le Strie (Teglio), un'altra gemma di eccellenza della Valtellina, alla rassegna sui vini estremi,che si è tenuta a Villa Braida nel trevigiano.
La ricerca dei luoghi che 'raccontino' a Milano in modo esemplare la Valtellina è già iniziato.

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Milano,Vetrina del Gusto/3 : i vini di Historia Antiqua

giovedì 7 dicembre 2017

La Trattoria dei Fratelli Zanini a Rho, una trattoria antica e sempre nuova

"Ottimo posto, ottima cucina, qualità prezzo eccezionali. Dovete provare la trattoria Zanini, cucina casalinga come le vecchie trattorie milanesi, sembra di stare nel cortile o nel tinello della nonna quando la domenica si pranzava tutti assieme... "

Mai avremmo potuto descrivere meglio il luogo e la sua anima !
La Trattoria dei F.lli Zanini è stata una scoperta che un grande fotografo,Gianpaolo Finizio, ci ha
fatto conoscere. Così Borghi d'Europa ha voluto tenere la conferenza stampa a convivio per il
progetto 'Milano,Vetrina del Gusto', nel locale storico di Rho.
Il menù : i pizzoccheri e un favoloso polpettone d'altri tempi.
Vi è stato lo spazio per degustare anche la pizza di casa Zanini. Davvero buona.
Un locale da annotare con cura.

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La nuova delegazione milanese del Ducato dei Vini Friulani all'Osteria della Stazione

Il 25 novembre l'Osteria della Stazione di Milano ha ospitato l'inaugurazione della nuova delegazione
milanese de 'Il Ducato dei Vini Friulani'.
Gunnar Cautero, nel corso dell'intervista televisiva di Borghi d'Europa, ha voluto commentare l'evento con la sua solita semplicità : " Osteria della Stazione diventa così un consolato permanente
del Ducato.Non voglio chiamarla Ambasciata,perchè mi sembra troppo.... Un piccolo ma autentico
consolato, che cura la cucina friulana per i milanesi e la cucina milanese per i friulani."
Ineccepibile!


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Il Ducato dei Vini Friulani

È nato il 10 ottobre 1972 a Cividale. La scelta del luogo non fu casuale. La storica cittadina si trova infatti al centro di una delle zone vitivinicole più rinomate del Friuli. E dato che Cividale fu la capitale del primo ducato Longobardo venne scelto anche per il nuovo sodalizio il nome di “ducato”, per legare fra loro la nobiltà della storia, del territorio e del suo più importante prodotto: il vino. Il merito della costituzione si deve a benemeriti della viticultura, specialisti del settore, intellettuali, artisti e giornalisti consapevoli che un prodotto di eccellenza come il vino friulano era giusto che venisse fatto conoscere ad un pubblico sempre più vasto grazie all’azione di un sodalizio in grado di promuoverne l’immagine e di allargare la cerchia degli intenditori che già conoscevano i suoi pregi.
È stato così che un nucleo di fondatori, avvalendosi delle straordinarie doti di comunicatori di giornalisti come Isi Benini e Piero Fortuna hanno dato origine ad un movimento di valorizzazione del vino prodotto in regione che è rapidamente cresciuto per importanza e notorietà sia in Italia che all’estero, soprattutto dove più viva era la presenza dei nostri emigranti.
Dalla fondazione ad oggi, alla guida del Ducato si sono succeduti: Ottavio Valerio, Vittorio Marangone, Alfeo Mizzau, Emilio Del Gobbo, Noè Bertolin (reggente) e Piero Villotta.
A quasi 40 anni di distanza si può dire che il Ducato, che ha annoverato ed annovera tra le sue file il Gotha dei produttori, dei ristoratori e di coloro che professionalmente si occupano di vino, ha svolto una funzione di stimolo molto importante con una serie di iniziative che lo hanno imposto all’ attenzione degli operatori e della pubblica opinione.
Nel 1981 il Ducato dei vini friulani ha tenuto a battesimo Asparagus, una iniziativa con cadenza biennale ideata per far conoscere un’ altra eccellenza agroalimentare del Friuli, l’asparago bianco.

Le contee

Gli stretti rapporti che fin dalle origini il Ducato ha mantenuto con gli emigranti hanno generato una lunga serie di incontri enogastronomici nel mondo, contribuendo a rinsaldare i rapporti degli emigranti con la terra d’origine e a far conoscere la sua eccellenza enologica nelle nuove regioni di residenza. Sono nate così le “contee” del vino friulano a Toronto, in Canada, ad opera del senatore Peter Bosa e di Primo di Luca, e a Roma, ad opera di Fabrizio Tomada nell’ ambito del Fogolar furlàn, dove ha riunito un notevole numero di personalità di primo piano della vita nazionale. Altre Contee stanno nascendo in Inghilterra, Brasile e Cina.

Il Ducato e i giovani

Ma oltre ad espandere la sua attività al di fuori dei confini regionali, il Ducato ha anche deciso di estendere le sue finalità istituzionali dandosi l’obiettivo di educare al bere moderato e consapevole, e alla corretta alimentazione, partendo dai giovani. Il Ducato (in collaborazione con associazioni, istituzioni ed enti) ha così inteso farsi promotore, nelle università e nelle scuole superiori, di una serie di corsi e degustazioni per insegnare, con l’aiuto di esperti, come si gustano e come si abbinano i vini, e che ogni alimento è espressione della storia e della tradizione del popolo che lo ha prodotto, che la difesa della propria identità culturale e la battaglia contro la dilagante omologazione consiste anche in un consapevole e peculiare modo di mangiare e di bere, e che la cura della salute, propria e altrui, passa attraverso la consapevolezza e la moderazione dei comportamenti assai più che attraverso norme coercitive.

DUCATO DEI VINI
FRIULANI
Villa Manin di Passariano

PRELIBATEZZE NOSTRANE: L’OSTERIA DELLA STAZIONE, L’ORIGINALE A MILANO





Una chicca Friulana vicino a Viale Monza testata dall’Italia del Gusto
L’Italia del Gusto, attraverso la sua unità d’informazione di Milano, da anni valorizza a livello giornalistico i nuclei tematici delle Ferrovie Dimenticate, ovvero quel patrimonio storico e culturale rappresentato dai vecchi tratti ferroviari dismessi, situati vicino a Borghi splendidi, dove spesso sorgono locande ed osterie di sublime qualità.
Questa volta, è stata individuata e testata un’osteria molto particolare, a due passi da Viale Monza e dai binari vicino alla Stazione Centrale di Milano: l’Osteria della Stazione l’Originale, la cui particolarità sta nel fatto che offre cucina ottima e al 90% friulana. Questo per le origini del titolare, Gunnar Cautero, ex sportivo e figlio di un critico gastronomico friulano, che prima di aprire 5 anni orsono questo caratteristico locale, ha diretto l’Oste del Teatro, dentro il Teatro verdi, nel quartiere milanese Isola.
L’Osteria della Stazione mantiene intatta la location che risale al Dopoguerra ed è un ambiente allegro e conviviale, l’ideale per gustare in santa pace ottime prelibatezze friulane: parliamo infatti di una regione ricchissima di prodotti d’eccellenza (e di vini) , che permettono di lavorare bene in cucina ed avere così ottimi ricambi a livello stagionale.
Gunnar Cautero fa spessissimo ruotare i piatti proposti alla clientela, che tra le tante leccornie può trovare il Frico, in tutte le sue declinazioni, i piatti a base d’oca, gli Cjalsons e risotti vari, senza dimenticare che il pane e le paste sono fatte in casa, così come i dolci. E i vini? Tutti ottimi e…friulani!
Auspischiamo che il locale continui a progredire, mantenendo intatto lo spirito gioviale che presenta, oltre all’alta qualità

La presentazione di 'Milano,Vetrina del Gusto' alla Trattoria Zanini di Rho

La speciale unità d'informazione di Borghi d'Europa ha promosso la presentazione
della nuova iniziativa di informazione  'Milano,Vetrina del Gusto', che 'coprirà'
tutti i mesi del 2018, mettendo a confronto territori ed eccellenze di almeno dieci
regioni italiane e dieci Paesi europei.
Milano diventerà il 'terminale' di tutte le iniziative che si svolgono nei diversi borghi
europei, non solo ospitandoli, ma mettendoli a confronto con le realtà lombarde.
La presentazione si è svolta presso la Trattoria dei Fratelli Zanini a Rho, tempio
indiscusso della cucina di Tradizione. Con l'intervento della redazione multimediale
di Borghi d'Europa, il racconto del progetto è stato accompagnato da un menù
rigorosamente locale, 'bagnato' dagli ottimi vini della Valtellina di Casa Pietro Nera e
dell'azienda agricola Caven Camuna e dai vini rossi di Historia Antiqua,azienda
irpina di grandi valori enoici.

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giovedì 26 ottobre 2017

L’ITALIA DEL GUSTO A MILANO GOLOSA 2017 - FOCUS 1: VINI E BIRRE

Milano Golosa, la manifestazione enogastronomica di nicchia ideata e curata da Davide Paolini col suo marchio “Il Gastronauta” (realtà volta alla promozione del cibo di qualità), è giunta quest’anno alla sesta edizione e ha riscosso molto successo, grazie ai circa 200 espositori presenti e agli innumerevoli eventi e showcooking in programma.
L’Italia del Gusto, con il prezioso contributo della sua unità d’informazione milanese, ha partecipato per 2 giorni alla rassegna enogastronomica, scoprendo realtà davvero interessanti.
Per la parte beverage, sono stati degustati alcuni vini e alcune birre artigianali di pregevole fattura, oltre ad aver presenziato allo speciale evento dedicato ai vini eroici di montagna di Les Cretes, cantina della Val d’Aosta. Questa speciale degustazione è stata condotta personalmente dal titolare di Les Cretes, Costantino Charrère, che ha proposto nei calici prima il bianco autoctono aostano Petit Arvine, poi il Torrette Superiore Vda Doc (rosso rubino con 70% di uve Petit Rouge e 30% di Cornalin, Fumin e Mayolet), poi un Nebbiolo montano molto interessante, ed infine il Fumin Vda Doc (autoctono 100% Fumin), tutti rappresentativi di un territorio dove la viticoltura è per l’appunto eroica.
Tra gli espositori presenti invece, l’Italia del Gusto ha apprezzato i Prosecchi Brut e Sur Lie di Bastia Rebuli di Valdobbiadene e sia quelli che i rossi della Tenuta Baron di Fonte, vicino ai Colli Asolani nel Trevigiano, poi i Lambruschi biologici e la Malvasia aromatica della Tenuta Venturini e Baldini di Roncolo di Quattro Castella (Reggio Emilia), davvero notevoli, i longevi e strutturati Aglianici del Vulture della Cantina di Venosa (Potenza), il Primitivo Igp della Cantina Terrasolata di Trani (Bt) e i grandi Piemontesi come Dolcetto e Barbera della Cascina Ghercina di Novello (Cn), che dal 1998 ha pure la Tenuta Arnulfo-Costa di Bussia, storica azienda nel cuore del Barolo, che infatti è stato degustato nella versione Riserva 2014, assieme al Langhe Nebbiolo 2014.
Per quanto riguarda le birre artigianali, sono state assaggiate l’American Pale Ale di Matà, birrificio pugliese, quelle stile Belgian Ale di Gloria Mundi, birrificio Marchigiano sito a Serrungarina (Pesaro Urbino), la Apa Bruma del birrificio La Ru di Cornuda (Treviso) e l’ambrata Sanavalle del birrificio Follina, dell’omonimo paese delle Prealpi Trevigiane.
L’Italia del Gusto ha fatto un lavoro certosino nella scelta di tutte queste cantine e birrifici a Milano Golosa: tale scelta si è rivelata vincente vista la qualità dei vini e delle birre degustate!

mercoledì 11 ottobre 2017

STREET FOOD DI TRADIZIONE: IL FORNO LUINI IN CENTRO A MILANO




Milano, 04 ottobre 2017- Questa volta, la redazione milanese di Borghi d’Europa si è occupata di street food, ovvero di tutte quelle pietanze e bevande vendute al momento come take away da banchetti provvisori, furgoni e carretti ambulanti e a volte anche da piccoli locali specializzati. Quest’ultima categoria è quella a cui Borghi d’Europa si è più interessata: nei piccoli locali gli alimenti, spesso tipici, non vengono solamente venduti, ma anche preparati.
Una gloria milanese dello street food (o anche fast food) è rappresentata dal forno Luini, in zona Duomo, famosissimo per il suoi panzerotti, che è stato aperto come panificio tradizionale nel 1949, anno in cui la signora Giuseppina Luini col marito Agostino si trasferirono dalla Puglia a Milano, rilevando il panificio storico “Forno di Via Santa Radegonda 16” (fuori c’è ancora l’insegna del 1888!).
All’inizio Luini produceva pane, con vendita al dettaglio e fornitura a hotel e ristoranti del centro, ma poi col passare degli anni il forno si trasformò radicalmente (all’inizio non fu facile e indolore questo grosso cambiamento in termini di vendita) in “Fast food milanese”, specializzato nella preparazione e vendita di panzerotti, come pranzo veloce per operai, impiegati, studenti e manager. Tale trasformazione avvenne per il forte desiderio della signora Giuseppina di proporre alla clientela cibi di tradizione della sua terra nativa, la Puglia: fu così che un giorno trascrivendo ricette tramandate dal nonno trovò quella del panzerotto.
Al posto di pane e grissini, il forno propone il panzerotto “Luini Classico” , fritto con pomodoro e mozzarella, e le varianti con prosciutto, salame, ricotta e spinaci, cipolle e olive, integrale con zucchine e le novità del giorno. Sono poi comparse anche tre versioni al forno (classico, con acciughe e olive nere, con verdure grigliate), ed infine i panzerotti dolci, mezzelune di frolla ripiene ai gusti più svariati (se ne contano ormai 18 varietà).
Altra cosa degna di menzione è che Luini ha saputo mixare il gusto della tradizione pugliese (calzone pugliese, carteddate, torrone pugliese) a quello milanese (castagnaccio, pan meino, polentine), oltre a preparare altri dolci di altra tradizione regionale italiana. Sono prodotti anche diversi tipi di focaccia, mentre c’è ampia scelta per quanto riguarda i soft drink (oltre alle birre, rigorosamente italiane).
Con lo sviluppo sempre più cosmopolita ed internazionale della città Milano, che anche grazie ad Expo 2015 si è innalzata a polo di attrazione economico, culturale e turistico, il Forno Luini ne ha sicuramente beneficiato (specialmente nella seconda parte della manifestazione a settembre e ottobre 2015): infatti la qualità dei panzerotti è apprezzatissima anche da cittadini e turisti stranieri, viste le lunghe code presenti fuori dal locale.
Il futuro per Luini è sicuramente roseo, la cosa importante è mantenere e consolidare l’alta qualità dei prodotti ad un prezzo accessibile, nonostante l’ubicazione centralissima in zona Duomo del Forno di Via Santa Radegonda. Come sempre, l’eccellenza del food, anzi dello street food italico (in questo caso) paga.

mercoledì 27 settembre 2017

Multi Rail : gli specialisti del catering ferroviario


 


Il progetto di informazione Percorsi d’Europa è promosso dalla rete internazionale
Borghi d’Europa, al fine di far conoscere e valorizzare i territori segnati da storia, cultura e imprenditorialità.
Uno dei temi sviluppati nelle Terre del Piave riguarda le Ferrovie Dimenticate.
Borghi d’Europa da anni valorizza a livello giornalistico i nuclei tematici delle Ferrovie Dimenticate, ovvero quel patrimonio storico e culturale rappresentato dai vecchi tratti
ferroviari dismessi, situati vicino a Borghi splendidi, dove spesso sorgono locande ed
osterie di sublime qualità.
Ma il territorio esprime anche presenze aziendali di ottimo profilo qualitativo, che operano
nel settore ferroviario. La speciale unità di informazione di Milano segnala e promuove
queste presenze,in occasione dell’Expo Ferroviario 2017.
Conegliano e il suo hinterland sono considerate la ‘silicon walley’ dell’acciaio inox.
La Multi Rail di Codognè ha saputo ritagliarsi uno spazio di mercato assolutamente specializzato e di nicchia.
Azienda leader nel settore catering ferroviario, realizza tutte le aree (galley, bar, ristorante,…) destinate ad assicurare, ai passeggeri del treno, il servizio di ristorazione al posto con vassoi catering, il servizio di ristorazione tradizionale nell’area ristorante, il servizio di ristorazione
in piedi tipo snack-bar e caffetteria nell’area bar.
I prodotti e le soluzioni tecniche adottate superano brillantemente tutti i problemi di sollecitazioni dinamiche a cui vengono continuamente sottoposti le strutture del sistema viaggiante.
Le aree bar e galley sono realizzate interamente da Multi Rail: dagli elementi strutturali del design dell’arredamento alle apparecchiature accessorie destinate ad un servizio razionale ed efficiente.
In particolare l’area galley è costituita dal sistema cucina: conservazione, refrigerazione, preparazione e cottura degli alimenti. Seguono il lavaggio stoviglie e lo stoccaggio.
Gli spazi e i volumi sono sfruttati con razionalità al fine di garantire una agevole ed organica facilità d’uso e movimentazione sia al cliente sia all’operatore.
Le aree sono progettate e realizzate con materiali di alta qualità che ne esaltano l’eleganza e la funzionalità.L’area bar è costituita dal banco e da tutti gli elementi complementari.

giovedì 21 settembre 2017

ENRICO RIZZI: LA SARTORIALITA’ NELLE CREAZIONI DOLCIARIE

Milano, 18 Settembre 2017- L’arte dolciaria nel nostro Belpaese, così ricco di eccellenze tipiche, è spesso oscurata dai grandi marchi commerciali presenti nella grande distribuzione, anche se fortunatamente ci sono (e ci saranno) sempre delle realtà che si distinguono: a tali realtà appartiene Enrico Rizzi e il suo marchio a Milano.
La Redazione Milanese di Borghi d’Europa ha fatto una delle sue visite gustose, incontrando Enrico Rizzi nella sua boutique con laboratorio artigianale di Via Correnti, vicino al Duomo di Milano, rimanendo molto colpita dalla qualità eccelsa e la particolarità delle creazioni dolciarie di Rizzi: si può tranquillamente parlare di sartorialità in ogni prodotto, che siano gelati, o macarons, o praline di cioccolato o gelatine, ognuno di essi splende di luce propria con un’identità precisa.
Enrico Rizzi è un’autodidatta del settore agroalimentare, essendosi avvicinato a questo mondo grazie a delle esperienze nella comunicazione e nella viticoltura e grazie a delle frequentazioni nel ristorante di Claudio Sadler. Nel 2003 è esplosa definitivamente la passione per la cucina, aprendo una piccola azienda di banqueting, dove venivano preparate cene per eventi aziendali e privati, tra cui matrimoni (fatti circa 110 eventi), che hanno ricevuto degli ottimi feedback da parte della clientela: è durante questo periodo che Enrico Rizzi ha iniziato ad appassionarsi sempre di più alla pasticceria.
Nel 2010, con l’aiuto del socio e amico Fabrizio, Rizzi ha aperto Attimi di Gusto in Via Vigevano (zona Navigli), piccola bottega dolciaria con caffetteria e laboratorio dove i risultati sono stati ottimi.
Nel 2011 è stata aperta la sede di Via Correnti, dove è avvenuta la consacrazione definitiva, che ha portato a un significativo passaggio di specializzazione verso l’universo dolciario, con il lancio del marchio Enrico Rizzi e il profondo cambiamento del locale di Via Correnti, togliendo sostanzialmente la parte caffetteria. Oggi, oltre alla boutique principale con laboratorio a vista, Enrico Rizzi ha altre due rivendite in Via dell’Unione e in Via Tortona.
La clientela può acquistare i dolci anche online, sia in Italia (a Milano consegne in un’ora grazie al portale Glovo) che in Europa, dove Enrico Rizzi, che si muove molto spesso all’estero, (prevalentemente in Francia per studiare le nuove tendenze e confrontarsi con le migliori realtà pasticciere), cerca nuove partnership d’eccellenza.
Come già detto, si può tranquillamente parlare di firma sartoriale, perchè è davvero incredibile la ricerca continua delle materie prime e degli abbinamenti di diversi sapori, fondamentale per mantenere alta la qualità delle creazioni dolciarie, chiamate da Rizzi Sinfonie.
Le Sinfonie, non sono altro che degli abbinamenti molto originali e pregevoli di sapori diversi, che possono essere proposti in tutti i dolci realizzati: un esempio possono essere la Sinfonia d’Oriente, mix di fiori d’arancio, rosa e zenzero e la Sinfonia Tropicale, che presenta ananas, frutto della passione e zafferano.
Borghi d’Europa, dopo avere avuto il piacere di assaggiare queste prelibatezze, ha deciso di dare il giusto risalto giornalistico alla realtà di Enrico Rizzi.

BOLLICINE MILANESI: L’ENOTECA IL SECCO NEI NAVIGLI



L’Italia del Gusto ha fatto tappa in questa particolare Enoteca
Milano, 19 Settembre 2017- L’Italia del Gusto, a zonzo per Milano alla ricerca di luoghi del gusto, ha fatto tappa nel Naviglio Grande in Via Fumagalli al Secco, originalissima Enoteca. Perché originale? E’ presto detto: il Secco è una piccola Enoteca con mescita specializzata in sole bollicine italiane, tutte prodotte da cantine medio piccole d’indubbia qualità. Infatti, per gli avventori non appassionati di bolle, vengono tenuti solo qualche bianco fermo, un rosso e una birra artigianale.
Un’altra cosa che ha colpito i comunicatori dell’Italia del Gusto è il fatto che è una delle pochissime Enoteche milanesi a tenere il Prosecco col Fondo o Sur Lie, che è quello più rappresentativo della Terra Trevigiana, oltre ad essere quello più sano, specialmente a livello chimico, rispetto ai classici spumanti.
Questa Enoteca è nata giusto 2 anni orsono, a fine settembre 2015, quando 4 amici (e ora soci), provenienti dall’editoria e da altri universi professionali, decisero di aprire un piccolo locale con vini in mescita, con forte accento sui frizzanti e gli spumanti italici, un po’ perché appassionati degustatori di bollicine, un po’ per dare un’integrazione professionale a loro stessi e anche perché a Milano esistono già Champagnerie ben sviluppate.



All’inizio il Secco poteva contare circa 30 etichette, ora invece ne conta più o meno 70: i 4 soci sono molto contenti della crescita del locale, che oltre a una clientela affezionata ogni settimana vede arrivare nuovi clienti, spesso di sesso femminile, chiaro segno che le bollicine di qualità italiane si fanno apprezzare alla grande!

giovedì 14 settembre 2017

Un po’ di storia della birra belga

Il Belgio può essere considerato un paradiso per gli amanti della birra grazie a più di 1500 birre originali, molte delle quali si bevono in un bicchiere speciale, unico per quella specifica birra. La forma di ogni bicchiere è pensata per migliorare l'esperienza di degustazione della birra a cui fa riferimento il bicchiere stesso. Questa attenzione maniacale che hanno i belgi nei confronti dei diversi tipi di birra ricorda la raffinata ossessione degli amanti del vino: infatti, quando si parla di birra, i belgi sono molto seri.
Dal 2016 la Cultura della Birra Belga è stata iscritta nell'elenco del Patrimonio Immateriale dell'UNESCO. I motivi? Fare e amare la birra fa parte della cultura belga, che ricopre un ruolo significativo nella vita quotidiana e nelle occasioni festive, il numero di varietà, la lunga storia e il fatto che le competenze vengono tramandate dai maestri birrai.
Gli intenditori preferiscono la birra belga per la sua unicità, la varietà, il suo sapore e la corposità. In Belgio sono tantissime le birre tra cui scegliere, si possono assaggiare quelle al sapore di lampone o ciliegia, le birre bianche, le fiamminghe "oud" rosse e scure, le birre trappiste e quelle provenienti da abbazie oltre alle due tipologie forse più famose: la lambic e la geuze.



Quello che ha reso il Belgio famoso per le sue birre eccezionali, dalla corposità unica e prodotte con metodi assolutamente innovativi, è la combinazione che unisce la tradizione che risale a secoli fa e la passione che ancora oggi i produttori di birra mettono nella ricerca della perfezione. Non c'è quindi da sorprendersi se i mastri birrai belgi vengono regolarmente premiati nei più importanti concorsi internazionali dedicati alla birra.

Tutto ha inizio grazie alle donne

L’arte della fabbricazione della birra risale all'inizio stesso della civiltà ed ebbe origine in Mesopotamia nel 9000 a.C. Nel corso dei secoli, la birra arrivò in Gallia attraverso l’Egitto e l’Impero Romano. Dal momento che la fabbricazione della birra veniva fatta inizialmente in casa, i primi mastri birrai furono le donne.
Abbazie e monaci

Nel Medioevo le abbazie divennero centri di sapere per quanto riguardava agricoltura, allevamento e alcuni lavori artigianali fra cui, appunto, la fabbricazione della birra. Ai monaci era consentito berne piccole quantità data la scarsa salubrità dell’acqua. Nell'Europa meridionale si beveva quotidianamente vino, per questa ragione i monaci di queste regioni si concentrarono sulla coltivazione della vite e sulla produzione del vino. Nelle Fiandre, non essendoci un clima favorevole, i monaci si dedicarono alla produzione birra. Grazie a loro, la produzione della birra passò da un’attività domestica ad una vera e propria attività artigianale.

Erbe e luppolo

È proprio durante il Medioevo che le birre furono aromatizzate per la prima volta con una mistura vegetale chiamata “gruit”. I birrai dovevano acquistare la mistura direttamente presso le “gruithuis” (vedi la Gruuthuuse a Bruges) ma le abbazie, che erano esentate da questo obbligo, decisero di passare all'utilizzo di un altro ingrediente, il luppolo, che aiutava a preservare la birra garantendone una durata maggiore. Nell'XI secolo, l’Abbazia Benedettina di Affligem ebbe un ruolo rilevante nell'introduzione e diffusione della coltivazione del luppolo nelle Fiandre.

Nel 1364, l’Imperatore Carlo IV promulgò il decreto il “Novus Modus Fermentandi Cerevisiam”, nel tentativo di migliorare la qualità della birra con il suo “nuovo” metodo di fabbricazione che obbligava i birrai ad usare i coni essiccati del luppolo. Il decreto doveva essere rispettato in tutto il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica a cui appartenevano il Brabante e le Fiandre Imperiali (Rijks-Vlaanderen), la regione ad est della Schelda. Nelle Fiandre, la regione ad ovest della Schelda, il diritto d’uso del “gruit” fu ritirato. Questa divisione portò ad una diversificazione della cultura della birra belga. I birrai delle Fiandre Imperiali e del Brabante producevano birre luppolate, che duravano più a lungo, mentre nel resto delle Fiandre continuò l’uso del “gruit” , perciò i birrai acidificavano la birra per conservarla più a lungo. Questo portò allo sviluppo delle birre bruno-rossastre.

Verso la qualità e l'esportazione

Nei secoli XVI e XVII furono introdotte sempre più regole per garantire la qualità delle birre. In Germania, il decreto “Reinheitsgebot” (1516) imponeva che la birra fosse prodotta esclusivamente con orzo, luppolo ed acqua mentre nel Brabante fiammingo, in un conto della città di Halle del 1559 si fa chiaramente riferimento al mosto per la produzione della birra “lambic”. A partire dal XII secolo, iniziò la produzione di birre regionali come la “gerstenbier” (birra d’orzo) di Anversa, la “Leuvense witte” (birra bianca di Lovanio), le birre brune di Diest e Oudenaarde, e le “caves” (birre invecchiate in cantina) di Lier. A poco a poco, i birrai iniziarono ad esportare le birre al di fuori della loro regione.

Alla fine del XVIII secolo decaddero i privilegi delle abbazie, ovvero quando nel 1783 l’Imperatore Giuseppe II le fece chiudere perché usurpavano i diritti dei birrai. Diverse abbazie con i loro birrifici furono distrutte durante la Rivoluzione Francese.

Il XIX secolo vide l’inizio di un nuovo capitolo della storia della birra con l’introduzione della pilsner ceca nel 1839, un successo immediato nel mondo delle birre scure velate. Durante la Rivoluzione Industriale, gli studiosi approfondirono il processo di fabbricazione della birra mediante fermentazione e la coltura dei lieviti in generale.
La produzione di birra in tempo di guerra

La Prima Guerra Mondiale inferse il colpo finale a numerosi birrifici belgi poiché qui le forze di occupazione tedesche confiscarono tini di rame, attrezzatura e veicoli. Solo metà dei quasi 3.200 birrifici sopravvisse. In seguito ai birrifici rimasti che lentamente si erano ripresi, la crisi economica degli anni ’30 e gli effetti della Seconda Guerra Mondiale inflissero un nuovo e duro colpo. Nel 1946 si contavano solo 775 birrifici sopravvissuti.

Nei decenni successivi numerosi microbirrifici chiusero a causa della forte concorrenza e dell’alto costo dell’investimento necessario per nuovi impianti, mentre i grandi birrifici consolidavano il mercato nazionale con acquisizioni.

Birre speciali

In seguito al movimento dei Figli dei Fiori alla fine degli anni ’60, furono riscoperte le birre speciali belghe, in particolare nel 1977, il guru della birra inglese Michael Jackson (1942-2007) accese le luci della ribalta sulla birra belga. Questo portò ad un riconoscimento generale della cultura della birra belga nei decenni a seguire.

Fra il 1985 e il 2000 iniziarono ad emergere birrifici di medie e grandi dimensioni e furono aperti microbirrifici locali soprattutto per la produzione di birra destinata all'esportazione, in alcuni casi su richiesta di importatori stranieri alla ricerca di birre belghe esclusive.

Dalla fine del secolo scorso, l’interesse per le birre speciali autentiche non ha cessato di crescere. L’industria della birra belga vanta ora alcune delle marche più conosciute e popolari. Le birre trappiste diventano sempre più esclusive per la produzione limitata dei monasteri e le particolari birre speciali di birrifici locali e a conduzione familiare sono largamente apprezzate. In un primo momento questa tendenza ha interessato le birre lambic ma si sta oggi diffondendo fino ad includere le birre fiamminghe bruno-rossastre, le birre brune, le bionde forti e le birre ben luppolate.

Negli ultimi anni, birrai amatoriali hanno iniziato a condividere sempre di più le loro birre con il pubblico, vendendole direttamente a clienti o a ristoranti e pub locali.

Esperienze di birra nelle Fiandre e a Bruxelles

La nuova iniziativa di Borghi d’Europa, in collaborazione con Visit Flanders
Le iniziative di informazione della rete Borghi d’Europa toccano diversi Paesi e Regioni
europee, al fine di far conoscere temi e territori d’eccellenza.
Nel 2016, grazie alla collaborazione con VisitFlanders, era stato organizzato un incontro con i giornalisti e i comunicatori del Nord Est dell’Italia, al fine di offrire loro, tramite una cartella stampa curata dall’Ente,una idea complessiva della realtà culturale,storica e ambientale delle Fiandre.
Il 2017 conosce il lancio del Percorso Internazionale Le Vie della Birra ed era d’obbligo, nell’
itinerario, riferirsi alle ‘Esperienze di Birra nelle Fiandre e a Bruxelles’, che Visit Flanders ha
curato, in una agile pubblicazione, ricca di informazioni per una vacanza nelle Fiandre e a Bruxelles.
Borghi d’Europa ha deciso di presentare il Percorso alla conferenza stampa del Comitato Promotore
de Le vie della Birra, continuando così le iniziative cominciate nel 2016.

venerdì 8 settembre 2017

Pizzeria Partenopea a Milano, in zona via Padova

Gabriele Cataldo, prima di trasferirsi in Veneto ed aprire a Ospedaletto Euganeo,il ristorante
pizzeria El Canfin, aveva fatto i suoi esordi professionali a Milano, nella storica via Padova,nel quartiere di Crescenzago.
‘Se vi capita di essere da quelle parti,non mancata di fare una sosta gustosa alla Pizzeria
Partenopea : ne vale per davvero la pena!’.

Ecco coma presenta Pizzeria Partenopea il VIVIMILANO del Corriere della Sera :

“Un ambiente gradevole e funzionale, una buona pizza e un menu mediterraneo con qualche incursione nella tradizione napoletana.
Ambiente
Sorpresa in via Padova: un ristorante partenopeo niente male. Ambiente tradizionale con boiserie chiara e camerieri in gilet, che sorridono e lavorano con massima professionalità.
Cucina
Un menu alla napoletana: un po’ classico e un po’ più generalista. Da una parte, la parmigiana di melanzane, il gattò di patate, le zucchine in scapece, la gallinella all’acqua pazza, la pastiera e un’ottima pizza. Dall’altra, i tagliolini allo scorfano, le alici fritte, la grigliata di mare. “
tagliata di tonno












Le pizze
"Le nostre pizze vengono cotte rigorosamente nel
forno a legna e sono fatte con farine e prodotti assolutamente genuini e sani.

Ci teniamo a sottolineare inoltre che i prodotti con cui prepariamo e condiamo le nostre pizze provengono tutti dal nostro territorio.
 Utilizziamo mozzarella tipo fior di latte
pomodoro pelato campano e farine tipo "00".
Questo è per noi e per voi una garanzia di qualità."
Pizzeria Partenopea: la bufalina