mercoledì 28 ottobre 2015

NON DI SOLO PANE... Il meglio delle carni e dei salumi marchigiani

Nel contesto dei Giovedì del Gusto organizzati da Regione Marche in occasione di Expo 2015, un interessante incontro è stato dedicato alla carne: bovina e suina. Per parlare di carni e salumi, occorre prima di tutto parlare di allevamento: il settore zootecnico marchigiano rappresenta un fiore all’occhiello, di lunga tradizione, oggi contraddistinto da una più elevata specializzazione, sempre nel rispetto della sostenibilità. Tra i prodotti più noti spicca la razza bovina Marchigiana, seconda razza da carne italiana. Tra le sue prerogative spiccano la qualità nutrizionale ed organolettica delle carni e il suo rapido accrescimento. Tutelata dal 1982, ha ottenuto dalla Comunità Europea il riconoscimento I.G.P. La carne di Razza Bovina Marchigiana è anche certificata QM – Qualità Garantita dalle Marche, poiché allevata secondo i cardini principali dell’alimentazione zootecnica biologica. Importante è anche la produzione di carne certificata IGP “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” e certificata con sistema di etichettatura elettronico della carne dall’Associazione Bovinmarche.
La storia dei salumi marchigiani è invece legata ad una lunga tradizione norcina, che prevedeva di non sprecare alcuna parte dell’animale. Questa caratteristica ha dato vita a due fra i salumi più tipici: il salame di Fabriano e il Ciauscolo.
Le origini del salame lardellato fabrianese si perdono nella notte dei tempi, ma la data del 22 aprile 1881 è un punto fermo che ne testimonia la notorietà: in quella data Giuseppe Garibaldi scrisse una lettera per ringraziare l'amico Benigno Bigonzetti dei preziosi salami fabrianesi ricevuti.
La prima fase della lavorazione consiste nel taglio del lardo (solo quello della schiena, il migliore) in cubetti e nella preparazione delle parti nobili del maiale (coscia e spalla) anch'esse tagliate e poi tritate. L'impasto magro e i lardelli sono insaporiti con sale, pepe macinato e pepe in grani. Il tutto è poi stagionato nel budello gentile, il più adatto alla sua stagionatura. Prodotto dalla fine di settembre all'inizio di maggio, il salame deve stagionare almeno due mesi in cantine e solai areati (le celle di stagionatura a temperatura controllata ne snaturerebbero le qualità organolettiche), ma può maturare anche cinque o sei mesi. Ricoperto da muffa marrone scuro, è duro e ruvido al tatto. La carne è compatta, di colore rosso scuro, con i lardelli bianchi e la grana fine.
Il Ciauscolo, detto anche Ciavuscolo o Ciabuscolo, è il salume tipico della zona interna delle province di Ascoli Piceno, Fermo, Ancona, Macerata. La sua caratteristica distintiva è la consistenza morbida che lo rende spalmabile. Di colore rosato, è costituito da un impasto di pancetta, spalla, rifilatura di prosciutto e di lonza con l'aggiunta di sale e spezie quali pepe nero e aglio pestato, con l'aggiunta di vino (gli ingredienti sono comunque variabili a seconda degli usi locali). L'impasto, ricavato al termine di almeno due macinature delle materie prime utilizzate, viene insaccato in un budello anch'esso di maiale e dopo la stagionatura, che va da alcune settimane ad alcuni mesi, è pronto per essere consumato. Dal 2009 Ha ottenuto il marchio I.G.P.

mercoledì 21 ottobre 2015

I vini de La Callaltella a Italwines Expo Festival



La Società Agricola La Callaltella di San Biagio di Callalta (Tv), dopo la partecipazione alle giornate istriane di Comunicare per Esistere, è presente a ITALWINES EXPO FESTIVAL, la rassegna trevigiana dedicata al mondo del vino, della cultura e del business che si tiene nei giorni del 24-25-26 ottobre 2015 presso il BEST WESTERN PREMIER BHR Treviso Hotel, albergo 4*** stelle situato in posizione strategica tra Padova, Venezia e Treviso.
Le degustazioni enogastronomiche di grande fascino Autoctono e qualità vedranno protagoniste numerose aziende vinicole italiane che stapperanno le migliori bottiglie di vini (fermi, spumanti, barricati e metodo classico) e noti brand del food nazionale che faranno assaporare le tipicità italiane.
L’Azienda La Callaltella nasce nel 1951, come azienda agricola Fratelli Bonetto, e sorge nel cuore della campagna trevigiana. La cantina nata si è evoluta in modo semplice e continuo grazie al lavoro costante e allo spirito di sacrificio di due generazioni.
“Condividendo gli stessi ideali e mantenendoci al passo con le nuove tecnologie, continuiamo a coltivare e a rispettare i nostri vigneti, effettuando trattamenti mirati, selezioniamo e raccogliamo l’uva rigorosamente a mano, perché siamo convinti che solo così possiamo ottenere vini, IGT e DOC, sani e di qualità, che vinifichiamo in modo semplice e tradizionale.Ogni partita di vino partendo dall’uva viene opportunamente controllata in laboratorio ed analizzata più volte. Vi garantiamo che il nostro vino risponde ai requisiti italiani ed europei ed è ottenuto rispettando le procedure di controllo delle varie fasi produttive, dei macchinari, dei recipienti di contenimento, nonché dei locali dove si svolgono le operazioni.”

Miele e formaggi marchigiani: protagonisti d’eccellenza Segreti e pregi di un abbinamento sano e genuino

Grande interesse, ai Giovedì del Gusto di Regione Marche, attorno ad alimenti che in qualche modo hanno fatto la storia dell’umanità: scopriamo così che il formaggio altro non è se non il modo migliore per conservare il latte.
E questa “conservazione” si trasforma poi nelle lavorazioni dalle tome fresche che vanno consumate subito, ai pecorini di fossa con il loro caratteristico gusto granuloso, passando per un’infinità di stagionature e lavorazioni.
Il caseificio Pacioni e i maestri della Casciotta d’Urbino hanno raccontato una tradizione che in terra marchigiana si tramanda di padre in figlio.
Abbiamo appreso che diverse tipologie di formaggio sopravvivono grazie all’impegno ed alla laboriosità di poche aziende che continuano a tramandarsi di generazione in generazione tanti segreti e “trucchi del mestiere” che vanno ben oltre la produzione di questo alimento.
Questo fa sì che la regione possa vantare un lungo elenco di formaggi tipici e “di nicchia”: sono infatti interessanti le tipologie di pecorino fatto stagionare in botti di rovere, barili o tini o  il Formaggio di Fossa,  tipico delle provincie più a Nord, che si caratterizza per la stagionatura in fosse scavate nella roccia.
La Casciotta di Urbino, tra i formaggi più conosciuti delle Marche, ha ottenuto la DOP e si riconosce per la sua pasta friabile, semicotta, ottenuta lavorando latte di pecora e vaccino, con l’aggiunta di caglio e lieviti nobili. Segue una breve stagionatura. Ancora troviamo il formaggio al tartufo, l’Ubriacone, ottenuto aggiungendo all’impasto vinacce di uve autoctone del territorio anconetano o il pecorino ubriaco alla Vernaccia di Serrapetrona. Delicato, dal piacevole profumo è anche il formaggio foglia di noce.
La Regione Marche sostiene queste produzioni tipiche e crea i presupposti per tutelarne la qualità e promuoverne la diffusione grazie alle misure sostenute PSR Marche o grazie al marchio che certifica la qualità regionale, QM Qualità Marche.

lunedì 12 ottobre 2015

OLIO, ENERGIA PER LA VITA. Gli oliomonovarietali marchigiani e.... non solo

Particolare interesse ha riscosso, nell’ambito del “Giovedì del Gusto” di Regione Marche, l’assaggio dell’olio monovarietale. La dott.ssa Barbara Alfei (capo-panel olio di Assam-Regione Marche) ha, infatti, condotto i presenti in una vera e propria degustazione di olio, fornendo dettagliate spiegazioni su come si assaggia un olio monovarietale.
L’esame visivo è tralasciato, poiché colore e limpidezza non sono correlati alla qualità dell’olio, non devono pertanto avere alcuna influenza psicologica sull’assaggiatore. Segue la fase olfattiva, durante la quale si cerca di percepire tutti gli odori, in particolare, il fruttato di oliva verde oppure maturo, di diversa intensità, accompagnato da sentori positivi, quali foglia o erba appena falciata, mandorla fresca, carciofo/cardo, pomodoro, mela, frutti di bosco, erbe aromatiche, frutta matura, altro.
Si passa poi all’esame gustativo, mettendo in bocca una quantità di olio pari ad un piccolo cucchiaio; si fa roteare l’olio in bocca, in modo che venga a contatto con le papille gustative, per apprezzare le diverse sfumature del gusto, in particolare l’amaro, in fondo alla lingua, prima della deglutizione, che può essere più o meno intenso e persistente, e soprattutto positivo in quanto legato alla presenza di sostanze fenoliche; quindi si vaporizza l’olio nella cavità orale aspirando aria tra i denti (“strippaggio”), al fine di percepire i composti aromatici e la sensazione tattile del piccante in gola, anch’essa estremamente positiva, in quanto correlata alla presenza di polifenoli. In bocca viene valutata anche la fluidità, legata alla composizione in acidi grassi, in particolare al contenuto in acido oleico ed al rapporto insaturi/saturi, con importanti risvolti sugli aspetti non solo sensoriali, ma anche nutrizionali.
L'olio infine viene espulso e si valutano attentamente tutte le sensazioni che persistono dopo l’assaggio. Tra un campione ed il successivo, si mangia uno spicchio di mela per pulire la bocca.
L’esperienza è stata particolarmente apprezzata dai presenti che hanno così imparato come valutare efficacemente un olio, le sue caratteristiche organolettiche e le sue qualità.
Un percorso sensoriale che coinvolge il pubblico e che davvero non delude mai, nonostante le sue numerosissime repliche.

martedì 6 ottobre 2015

Il futuro di Comunicare per Esistere dopo l’Istria

Un incontro a Conegliano, nel salotto di Caffè Local, ha chiuso ufficialmente le giornate di informazione degli Stati Generali della Comunicazione Territoriale, che hanno conosciuto il loro apice in Istria.
Anzitutto i numeri : 120 delegati di dieci Regioni e Paesi Europei e dieci regioni italiane, che si sono succeduti da Trieste a Buje, per ‘raccontare’ i loro territori e far degustare alcune delle eccellenze enogastronomiche delle proprie comunità.
Puglia,Sicilia,Calabria,Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Lazio, Abruzzo e Trentino Alto Adige, le regioni italiane intervenute.
Slovenia, Croazia, Francia, Germania, Carinzia (Austria), Bassa Austria (Austria),Stiria(Austria), Olanda,San Marino e Spagna, i Paesi e le Regioni europee presenti.
Nei prossimi cinque anni sarà la Città di Buje ad ospitare il segretariato internazionale della rete dei borghi europei del gusto.
Da ottobre 2015 a marzo 2016 prenderà il via la seconda parte del progetto Comunicare per Esistere, che prevede la realizzazione di incontri in tutti i Paesi Europei della Rete, la collaborazione con gli Organismi Diplomatici di Rappresentanza in Italia, l’incontro con gli Enti nazionali del Turismo dei Paesi coinvolti e la presentazione a Milano (Capitale dell’informazione italiana), dei borghi inseriti nella rete.