mercoledì 18 dicembre 2024

GHE SEM MILANO: L’ARTE DEL RAVIOLO CHE FONDE CINA E ITALIA

 




La Redazione di Borghi d’Europa ha avuto il piacere di provare la cucina di Ghe Sem di Via Monti, in zona Cadorna a Milano e di capirne l’idea innovativa, che è la pietra miliare di questo locale, voluto e aperto da Fabrizio Casolo nel 2016, assieme all’altra sede di Via Borsieri, nel quartiere Isola.

Fabrizio Casolo ha raccontato che inizialmente Ghe Sem era stato pensato come un posto da aperitivo che unisse il piacere di sorseggiare uno dei loro ottimi cocktails, stuzzicando dei succulenti Dim Sum, ravioli cinesi o dei Bao, paninetti ripieni cotti al vapore e poi via via, riscontrando il gradimento della clientela, si è trasformato in un ristorante che unisce l’arte e l’estetica dei ravioli cinesi con i sapori della tradizione culinaria del Belpaese, che emergono nei ripieni dei ravioli stessi.

Il Locale di Via Monti conta su circa 30 coperti dentro e altri 30 fuori, mentre quello in zona Isola 50 coperti dentro e altri 50 fuori, mentre il laboratorio di produzione dei ravioli è esternalizzato.

Una fusion del gusto cinese e italiano ben riuscita: Borghi d’Europa ha provato dapprima un Bao ripieno di sugo alla Norma, davvero appetitoso, come sorpresa iniziale del giorno (il cliente può anche scegliere ad esempio il Trevigiano con radicchio e gorgonzola oppure il Bao al gusto di ossobuco alla milanese).

Il viaggio del gusto innovativo da Ghe Sem è poi proseguito col pezzo forte della casa, ovvero i Dim Sum: ampia scelta per la clientela, tra ripieni vegetariani (e all’occorrenza anche vegani) come la Norma, il Ragù di lenticchie e la Cacio e pepe, di carne come la Carbonara, la Piemontese ( manzo, pomodoro, scalogno, cipolla caramellata e pepe) e Luganega e verza, poi di pesce come i Dim Sum al Salmone o al Polpo alla Luciana ed infine gli speciali come L’Ossobuco alla Milanese, la Diavola e il Calabrese (Nduja, mascarpone e pan grattato).

 

Naturalmente, da Ghe Sem c’è spazio anche per la proposta dolce, da fine pasto: buonissimi i ravioli al cioccolato, allo Strudel e il Bao dolce con nutella e pistacchio.

 

E il bere? A seconda della tipologia di ripieni dei Dim Sum o dei Bao che si vuole provare, da Ghe Sem è possibile optare tra birra, vino oppure naturalmente uno dei cocktails della casa.

 

Milano si conferma come una straordinaria vetrina del gusto, dove trovano spazio sia luoghi del gusto tradizionale che innovativo, come Ghe Sem, che anche grazie al personale qualificato e a materie prima di qualità sa rivisitare e reinterpretare egregiamente i sapori veri della cucina italiana.

 

Così va bene!


domenica 15 dicembre 2024

Luigi Veronelli e i vini autoctoni – La Recantina nella Storia : l’azienda agricola Emilio Sartor a Venegazzù


Si sa, la predilezione di Luigi Veronelli andava sicuramente per i vini autoctoni.

Paolo e Carlo Sartor, dell’azienda agricola Emilio Sartor di Venegazzù (Volpago del Montello), ci ricordano il Recantina.

Il Recantina è un vitigno autoctono di antica origine, quasi estinto all’inizio del Novecento e recuperato all’alba del terzo millennio, coltivato esclusivamente nella zona DOC del Montello e dei Colli Asolani.

Il vino (che affina 4 mesi in botti di rovere di secondo e terzo passaggio), suggerisce un itinerario sensoriale davvero interessante.

“Colore rosso rubino con riflessi porpora. Profumo vinoso con sentori di viola, ciclamino, frutta rossa di sottobosco tra cui ribes, mora e fragola appena raccolta, note di alloro, ginepro e pepe rosa completano il bouquet. Buona beva, fresco con struttura elegante abbinata a tannini morbidi e setosi. “

Gli abbinamenti gastronomici: Primi piatti con sughi importanti a base di carne, a carni sia bianche che rosse in genere e a formaggi di media stagionatura.

Borghi d’Europa ha ripescato il ricettario che Luigi Veronelli aveva dedicato alla carne di coniglio

in un numero della rivista L’Etichetta, riproponendolo con i vini dell’azienda agricola Emilio Sartor.

Era il 1991 e Veronelli aveva appena degustato il coniglio del Montello in una grande ristorante veneziano, accompagnandolo con i vini di casa Sartor.

La Recantina nella Storia

Così Paolo e Carlo Sartor hanno suggerito ai giornalisti di Borghi d’Europa il percorso storico

della Recantina.

“ Alla fine del 1600 lo scrittore Giacomo Agostinetti cita più volte la Recantina o Recardina tra le migliori varietà coltivate nel trevigiano. “…. Nel nostro paese (Cimadolmo,nella pianura a sinistra del Piave) per lo più si fanno vini per Venetia di una uva nera che si chiama recandina,altri la chiamano rabosa per esser di natura forte.” .L’Autore cre una certa confusione tra le due varietà.

Nel 1700 distingue nettamente Recaldina e la Rabosa. Domenico Zambenedetti che, circa un secolo dopo Agostinetti, nella memoria presentata alla Accademia Agraria degli Aspiranti di Conegliano, consiglia la Recaldina tra le varietà da piantare sulle colline,ma ribadisce che “ la Rabosa nemmen si conosca sui colli”.

Anche nella Ampelografia generale della Provincia di Treviso (1868) si distinguono nettamente la varietà Rabosa nostrana, Rabosa Veronese e Recaldina nera. Per quest’ultoma varietà,che viene descirtta senza riportare la tavola fotografica del grappolo,si ipotizza comunque una possibile sinonimia con la Friulara (Raboso Piave) del Padovano e con la Bassanese. Si riporta inoltre che il vino ottenuto dalle uve di questa varietà “ si chiarifica con facilità e scarseggia di materia colorante e riesce quasi sempre inferiore da solo”

Nell’indagine condotta da Angelo Vianello e Antonio Carpenè pubblicata nel 1874 (La vite ed il vino nella Provincia di Treviso)la Recandina risultava tra le uve rosse più coltivate in 3 Comuni della Provicnia di Treviso, 2 nel Distretto di Asolo e 2 nel Distretto di Castelfranco, per un totale di 28.815 hl di vino.La sua coltivazione si colloca quindi in un’area nettamente diversa da quella del Raboso.

Nell’opera “ Ampelographie” (1909) Pierre Viala e Victor Vermorel citano la Recaldina nera

come “ Nom de cepage italien de Trevise” ( Trad. : Nome di un vitigno italiano di Treviso).

Poi il silenzio. Nel Novecento nessun ampelografo o ricerca viticola parla più di questa varietà, come fosseimprovvisamente scomparsa.Ma la Recantina sopravviveva nella memoria dei viticoltori, e anche in alcuni vecchi filari e vigneti dei Colli Asolani..

Nel lavoro di ricerca,iniziata verso la fine dello scorso millennio, sono state recuperate in aree diverse, viti diverse chiamate con il nome di “Recantina” (Cancellier.S.,2004). Queste manifestavano tra loro delle differenze che sono state evidenziate dai controlli effettuati successivamente sulle piante moltiplicate e trasferite nei campi di conservazione.

Le prime ricerche hanno trovato a Fonte Alto (TV) la Recantina a pecolo scuro e la Recantina a pecolo rosso (per la indubbia caratteristica del colore dei due piccioli) ; a Castelcucco (TV) una Recantina denominata col nome dell’Azienda (Forner),per distinguerla dalle precedenti.

Le ‘Recantine’ così recuperate sono state Iscritte al Registro Nazionale delle varietà di vite ed autorizzate alla coltivazione a livello Regionale :

-Recantina = Recantina Zona Montello e colli Asolani

-Recantina Pecolo Scuro= Pecolo Scuro Zona Tutto il territorio Regionale

-Recantina Peccolo Rosso= Recaldina Zona Montello e colli Asolani.

Altre piante chiamate ‘Recantina’ viste cronologicamente successivamente all’inizio del lavoro di recupero e recuperate nella zona di Asolo, storicamente sopravissute nella memoria soprattutto aipiedi della collina chiamata di San Martino ma sul territorio comunale di Maser, si presentano abbastanza simili alle prime due, e soprattutto alla Recaldina.

giovedì 12 dicembre 2024

MILANO VETRINA DEL GUSTO: LA CUCINA E LA PIZZA NAPOLETANA DEI FRATELLI COPPOLA

 

Nell’esigente e importante piazza di Milano spesso si distinguono realtà del settore agroalimentare e della ristorazione ricche d’identità e provenienti dal altre zone del Belpaese: questa volta Borghi d’Europa ha provato la cucina e la pizza napotelana dei Fratelli Coppola, che ha la sede milanese vicino al centro e a due passi dalla Stazione Centrale.

Una storia che parte da lontano, precisamente dal 2004, quando i tre fratelli Coppola Ciro, Antonio e Katiuscia, napoletani veraci e pieni di passione, si formano nel locale di famiglia aperto a Como e poi passo dopo passo arrivano ad ingrandirsi, con le aperture di un’altra sede sul Lago di Como, una a Bergamo e quella di Milano, aperta nel 2017 (locale aperto 7 giorni su 7).

Una famiglia, un brand, che si prefigge di far conoscere e tramandare la vera tradizione culinaria partenopea, specialmente quella della pizza, magari aggiungendo un tocco di creatività ed innovazione.  Un esempio? La famosa pasta e patate con il gambero rosso di Mazara del Vallo.

La tradizione napoletana emerge sin dagli antipasti tipici della friggitoria: Borghi d’Europa ha infatti degustato “La Partenopea”,piatto ricco e succulento con crocchè di patate, arancini, mozzarella in carrozza, montanarine con pomodoro, mozzarella e grana padano Dop.

Poi la pizza: napoletana al 100%, con un impasto davvero morbido e più digeribile e il tipico bordo più alto. Qui la scelta è ricaduta tra due pizze della Selezione Gourmet, create dai F.lli Coppola, come la Zucca e Castelpoto (Crema di Zucca, Fiordilatte,Salsiccia Piccante stagionata di Castelpoto Presidio Slow Food, basilico e olio Evo i 3 Colli Tenuta Cavalieri Pepe) e quella Culatta, Pistacchio e Stracciatella (Fiordilatte, Culatta di Zibello dell’Azienda Gualerzi, pesto e granella di pistacchio, stracciatella pugliese, basilico e olio Evo i 3 Colli Tenuta Cavalier Pepe).

Infine, provati dalla carta dei primi piatti, dove i Coppola ci mettono il loro tocco innovativo, la Pasta Zucca e Nduja di Spilinga (Pasta mista di Gragnano Igp Gerardo di Nola, crema di zucca amalgamata con provola affumicata e Nduja di Spilinga), davvero molto interessante e bilanciato tra tendenza dolce e piccantezza mentre per i piatti di pesce una classica e mai banale Frittura di Gamberi e Calamari, ben realizzata. Tra i piatti di pesce spiccano anche i Moscardini alla Luciana e la Grigliata mista di pesce.

Per quanto riguarda il bere, dai F.lli Coppola si può scegliere tra Birra (anche artigianale) e una carta di vini campani al 100%, scelta saggia e territoriale.

La Cucina partenopea (e la pizza) dei F.lli Coppola è una realtà ormai consolidata nella ristorazione lombarda, che verrà ancora raccontata da Borghi d’Europa all’interno del proprio percorso d’Informazione Milano Vetrina del Gusto.

Così va bene!

venerdì 8 novembre 2024

MILANO VETRINA DEL GUSTO NAZIONALE: LA 19* EDIZIONE DI GOLOSARIA

 




Dal 2 al 4 Novembre c.m.  si è tenuta per la prima volta negli ampi spazi dei padiglioni di Rho Fiera Milano la 19° edizione di Golosaria, la manifestazione dedicata al gusto nazionale a 360°, comprendente produttori storici e start up innovative, come sempre voluta e promossa da Paolo Massobrio e Marco Gatti, ideatori del libro IlGolosario.

Il tema di Golosaria 2024 è “Territori, identità e futuro”: davvero accattivante pensando alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari.

Borghi d’Europa ha fatto tappa a Golosaria il primo giorno, con l’obiettivo di trovare e raccontare produttori che rispecchino il loro terroir locale, sia nell’area Food ( 200 produttori) che in quella Wine (150 Cantine selezionate accuratamente da Gatti e Massobrio).

Inizialmente, è stato fatto un approfondimento sulle eccellenze della Regione Calabria, ben presente a Golosaria con diverse aziende, grazie anche al Portale del Turismo Calabria Straordinaria.

Qui, davvero succulenti salumi e carni del Salumificio Tradizionale Mandarino di Belsito (Cs), poi ottimi i prodotti ittici del Laboratorio Lucchetta Società Cooperativa di Cirò Marina (Kr) e straordinari i panificati in esposizione da parte dell’Inap (Istituto Nazionale Assaggiatori Pani con sede ad Altomonte, nel Cosentino), mentre per i vini, sicuramente degni di menzione quelli di Cantine Rombolà di Brattirò, in provincia di Vibo Valentia.

Poi, nell’Area Food interessanti i Gel artigianali di frutta ed ortaggi , sia dolci che piccanti dell’Azienda Agricola Massimo Biaggioli di Strada Romana (Viterbo) e i prodotti a base di cioccolato artigianale del Laboratorio Tosca, nato nel 1985 nell’hinterland di Cremona.

Invece tra le etichette vinicole presenti nell’area wine promossi: gli Spumanti Trentodoc Metodo Classico di Delati di Aldeno e di Terre del Lagorai di Castel Ivano in Valsugana, poi gli Spumanti Metodo Classico di Pinot Nero de La Piotta di Montalto Pavese, i Soave belli minerali di Anselmi di Monteforte d’Alpone (Verona) e il Pinot Grigio delle Venezie Pas Dosè di Enotria Tellus di San Polo di Piave, nel Trevigiano.

Tra i rossi: sempre da San Polo di Piave il Merlot e il Raboso (Marca Trevigiana Igt)  di Antonio Facchin, poi i Dolcetto di Ovada Docg di Paschetta Vini di Carpeneto (Al), le diverse declinazioni di Barbera del Monferrato di Braida di Rocchetta Tanaro, famosa per il Fondatore Giacomo Bologna che lanciò sul mercato nel 1982 l’conica Barbera Il Bricco dell’Uccellone, infine i Nebbiolo Chiavennasca di Radìs in Valtellina.

Evviva!

domenica 20 ottobre 2024

Percorso Internazionale Aquositas – Palazzolo dello Stella nella rete di Borghi d'Europa - La 'tappa' di Veronelliana alla Trattoria al Cacciatore, con i vini di Ca' Modeano



Proseguono le iniziative di informazione nell'ambito del progetto ' Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo'.

Per il Percorso Internazionale Aquositas, Le Vie d'Acqua è previsto un incontro presso la

Trattoria al Cacciatore a Palazzolo dello Stella, il 16 novembre.




Palazzolo dello Stella e l'incontro delle Città d'Acqua

Palazzolo dello Stella è attraversato da nord a sud dal fiume Stella, il principale tra i fiumi navigabili di risorgiva.

Partendo dalla sua foce, a bordo di piccole imbarcazioni, è possibile fare un'escursione lungo il fiume giungendo sino al piccolo e pittoresco porticciolo di Rivarotta.

In quest'area, a seguito di numerosi scavi archeologici, c'è stato un ritrovamento di eccezionale importanza costituito dai resti di una sepoltura riferibile agli abitanti neolitici del villaggio.

Numerosi ritrovamenti fanno datare dunque la nascita di Palazzolo a un'epoca romana (vi ci passava la Via Annia nel tratto tra Concordia e Aquileia).

Lo Stella (Stele in friulano) è un fiume di risorgiva che scorre in Friuli, in Italia.

Già noto in epoca romana con il nome di Anaxum, il fiume Stella costituiva un'importante arteria di comunicazione per il commercio di vasellame e laterizi, consentendo il rapido trasporto endolagunare verso il porto di Aquileia e l'intero Adriatico.

Il dossier storico su Palazzolo della Stella è stato 'confezionato' dall'Assessore alla Cultura del Comune, Antonella Zanello.


Percorso

Lo Stella nasce a 33 m.s.l.m., nei pressi della località di Flambro e sfocia nella Laguna di Marano dopo 45 km di corso. I due principali affluenti del fiume sono il Taglio e il Torsa. Il suo bacino idrografico è di 356 km². Le località attraversate sono: Flambro, Sterpo, Flambruzzo, Ariis, Chiarmacis, Rivarotta (Rivignano Teor), Pocenia, Palazzolo dello Stella, Precenicco, Piancada. Ha una portata di circa 30 m³/s.; la temperatura media dell'acqua è di 11 °C, con escursione di 7-13 °C.

A Palazzolo dello Stella si terrà l'incontro del Percorso Internazionale Aquositas.


Il Percorso del Gusto prevede una tappa della rassegna VERONELLIANA,

VERONELLIANA è il percorso che Borghi d'Europa dedica a Luigi Veronelli, con 10 tappe inserite nel progetto di collaborazione informativa con il Parlamento Europeo.

In ogni tappa vi sarà :

il racconto de borgo e del ristorante ;

il racconto del menù ;

le interviste alle aziende della filiera agroalimentare ;

la rassegna stampa multimediale (almeno 10 pubblicazioni a tappa).


Il tema gastronomico della 'sosta' alla Trattoria al Cacciatore riguarderà la carne di coniglio : Veronelli aveva infatti dedicato ad essa un inedito ricettario della rivista L'Etichetta nel 1991.



I vini scelti per l'appuntamento sono quelli di Ca Modeano.





Fra i bianchi, è impossibile non citare la Ribolla Gialla.

"Vitigno autoctono del Friuli. Assume caratteristiche diverse nei vari territori. Colore giallo paglierino lucente con leggeri riflessi verdognoli. Presenta un intreccio di profumi tipici con sensazioni di frutta e agrumi.In bocca è scorrevole, sapido. Finale piacevole.


E la 'personalissima' Malvasia Istriana : "Dal colore giallo intenso e luminoso. Al naso presenta un ventaglio variegato di note floreali ed esotiche. Il sorso è morbido, avvolgente e dal finale lungo."


Fra i rossi non poteva mancare il Refosco dal Peduncolo Rosso : "Colore rosso rubino intenso tendente al violaceo. Vinoso e fruttato presenta un bouquet pieno e fragrante con profumi di lampone, mora e mirtillo. In bocca ha gusto gradevole, armonico, sapido con leggero sapore erbaceo con tannini vivaci."



giovedì 17 ottobre 2024

MILANO WINE WEEK 2024: WINE LIST ITALIA, MAESTRI DELLA SELEZIONE

 

 




Settima edizione della kermesse non fieristica nel capoluogo meneghino

Milano, 17 Ottobre 2024- Si è svolta dal 5 al 13 Ottobre c.m. la settima edizione della Milano Wine Week, kermesse non fieristica che avvicina al mondo del vino consumatori consapevoli, appassionati enonauti ed operatori del settore, sia nazionale che internazionale.

L’Headquarter della rassegna è stato lo storico Palazzo Bovara (assieme a Palazzo Castiglioni per il Gran Tasting Wine List Italia), cui si sono affiancati i Caselli dei Dazi in Arco Della Pace, che hanno ospitato l’Enoteca Milano Wine Week per il polo consumer.

Il fulcro della manifestazione settimanale meneghina è rappresentato indubbiamente dal Progetto (seconda edizione) della Wine List Italia, la selezione dei 100 migliori Sommelier della Ristorazione del Belpaese (nel 2023 erano 55 i sommelier partecipanti, segno di grande crescita).

Borghi d’Europa ha partecipato alla conferenza di presentazione della Wine List, con al timone l’editore di Wine List e nume tutelare della Milano Wine Week Federico Gordini e il curatore, il preparato Sommelier ed Enologo Paolo Porfidio, che hanno fatto capire quanto la cultura del vino possa essere comunicata grazie alla figura del Sommelier di Ristorazione, che può raccontare terroir unici e proporre etichette rappresentative e identitarie: in pratica un vero atto culturale, volto a diffondere le eccellenze enologiche italiane e non.

Dopo la presentazione, si è svolto a Palazzo Bovara e Palazzo Castiglioni il Gran Tasting Wine List: 1000 tra le etichette migliori selezionate accuratamente da ognuno dei 100 Sommelier, con delle chicche straordinarie.

Borghi d’Europa ha assaggiato con piacere:

- di Silvia Angelozzi del Bellariva Enoteca  Bistrot di Alba Adriatica in Abruzzo lo Champagne Aoc s.a. Grand Rosè Brut di Chateau De Bligny,

-di Andrea Armas del Ristorante al 588 di Bagno a Ripoli in Toscana lo Champagne Grand Cru Bouzy Millesimè 2012 Brut dibernaut,

-di Luca Belleggia del Ristorante Il Pagliaccio a Roma il Fallwind Pinot Bianco Schulthaus Alto Adige Doc 2023 di San Michele Appiano,

-di Simone Biestro di Joia Alta Cucina Naturale a Milano l’Alta langa Dcog Zero140 Pas Dosè 2011 di Enrico Serafino,

-di Nicholas Bratti del Ristorante Dalla Gioconda di Gabicce Monte nelle Marche il Vertis Verdicchio di Matelica Doc 2020 di Borgo Paglianetto,

-di Stefano Carenzi del Dry Aged a Milano il Bertone Pinot Nero Oltrepò Pavese Doc 2018 di Conte Vistarino,

-di Cristian Carias di Izu Milano il Vigneti delle Dolomiti Igt 2022 Alto Adige di Girlan,

-di Marika Giacoppo del Rooftop Restaurant A’ Riccione Terrazza a Milano il Trento Doc 2011 Tracce Riserva Extrabrut di Moser,

-di Salvatore Maresca del Josè Restaurant a Torre del Greco in Campania il Kuris Riserva Greco di Tufo Docg 2021 di tenuta Scuotto

-di Salvatore Matarrazzo del Ristorante Re Santi e Leoni di Nola in Campania il Lacryma Christi Vesuvio Doc 2014 Vigna del Vulcano di Villa Dora,

-di Bianca Modonesi dell’Osteria degli Assonica a Sorisole (Bergamo) il Blanc de Noir Millesimato 2019 Franciacrota Docg di Monte Alto,

-di Cristina Pinciroli di Palazzo Utini a Noceto in Emilia Romagna il Metodo Classico Lambrusco di Sorbara Bianco Doc 2016 Christian Bellei Brut di Cantina della Volta,

- di Paolo Porfidio di Terrazza Gallia dell’Excelsior Galla Hotel a Milano la Ribolla Gialla Medana Jama Cru Opoka Goriska Brda 2021 di Marjan Simcic,

-di Federica Radice del Ristorante Due Colombe a Borgonato in Franciacorta il Franciacorta Docg Rosè Brut s.a. di Faccoli,

-di Veronica Ravizzola del Dama Ristorante all’interno del Castello San Gaudenzio a Cervesina, in Oltrepò Pavese l’Sg 67 Singolo Vigneto Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc 2020 di Cordero San Giorgio,

-di Beatrice Ruzzon di Macelleria Damini & Affini di Arzignano, nel Vicentino la Barbera d’Alba Conca Tre Pile Doc 2021 di Aldo Conterno.

-di Rosario Sorbello del Donna Carmela Resort a Carruba di Riposto in Sicilia il Nero d’Avola Saia Igt 2016 di Feudo Maccari,

-di Marco Spini del Ba Restaurant di Milano il Noir Pinot Nero Oltrepò Pavese Doc Annata Storica 2004 di Tenuta Mazzolino,

Grandissimi vini quelli degustati, che testimoniano quanto sia importante in senso comunicativo la figura del Sommelier di Ristorazione, un vero maestro di selezione.

In alto i calici!


domenica 13 ottobre 2024

L’AGENZIA TREVIGIANA HOLBEIN & PARTNERS NELL’OLIMPO DELLA COMUNICAZIONE


Lo studio di branding, comunicazione visiva e social media marketing, premiato a Napoli agli OpenartAward 2024, per due progetti creativi realizzati per una cantina di Valdobbiadene e per una software-house di Vittorio Veneto.

 

Ogni anno inviano le loro candidature al prestigioso premio internazionale OpenartAward di Napoli… e attendono fiduciosi il verdetto della giuria del premio.



Andrea Carnieletto e Leopoldo Zaffalon, soci dellagenzia pubblicitaria Holbein & Partners con sede a Carbonera (Treviso), questanno non erano certi di riuscire ad ottenere un riconoscimento dopo le due nomination, perché i partecipanti erano moltissimi: ben 178 le agenzie partecipanti, 32 quelle estere fra cui alcune delle più blasonate, oltre 1.600 gli artworks in concorso. Ma OpenArt Award è anche il premio di settore più istituzionalmente riconosciuto in Italia, grazie ai patrocini di numerose istituzioni pubbliche, cui da questanno si è aggiunto anche il Parlamento Europeo.

 

Una competizione insomma molto selettiva, ma il risultato, anche questanno non si è fatto attendere… Anzi, il riconoscimento che hanno ottenuto è doppio, per due differenti progetti, molto diversi fra loro, che parlano totalmente trevigiano. Holbein & Partners ha vinto infatti lambito Special Award PREMIUM” nella categoria PREMI SPECIALI” con il progetto della linea di etichette Le Repubbliche Marinare ideate per la cantina Dea Rivalta di Valdobbiadene (TV); inoltre, ha vinto il Premio ÈLITE” degli OpenArtAward nella categoria INTEGRATED ADV COMMUNICATION”, con Cicero”, progetto di comunicazione integrata realizzato per la software-house Versari Studio srl di Vittorio Veneto (TV). 

 

Un doppio riconoscimentoconquistato agli Oscar della pubblicità italiana, - hanno dichiarato Andrea Carnieletto e Leopoldo Zaffalon – che ci rende doppiamente orgogliosi, poiché li abbiamo conseguiti con due progetti che parlano veneto, creati per due eccellenze di nicchia della Marca Trevigiana, che siamo fieri di aver contribuito a far conoscere. È la settima volta che veniamo premiati agli OpenartAward di Napoli, ma è sempre unemozione come la primissima volta, poiché ci consente di confrontarci con tanti colleghi di alto profilo e con lavori realizzati anche per grandi aziende multinazionali, facendoci apprezzare per la nostra originalità, creatività e competenza”.

 

La cerimonia di premiazione si è tenuta Sabato sera 28 Settembre al Teatro Acacia di Napoli. Il premio OpenartAward 2024 conta su patrocini di grande prestigio concessi negli anni come la Medaglia del Presidente della Repubblica, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, il Ministero dell’Università e della Ricerca.

 


PROGETTI DI HOLBEIN & PARTNERS PREMIATI

 “Le Repubbliche Marinare”, originale linea di Wine Label coordinate progettate per Dea Società Agricola S.S. di Valdobbiadene (Treviso), per valorizzare il Prosecco Superiore di Conegliano-Valdobbiadene DOCG ed il suo territorio unico patrimonio Unesco, diffondendo grazie alla particolarità del soggetto, anche la Cultura italiana nel mondo.

La linea di etichette “Le Repubbliche Marinare”, per la capacità di evocare storia, tradizioni e cultura di quattro tra le più belle città d’arte italiane con il loro territorio ed i personaggi ad essi legati, è già stata infatti inserita anche nel progetto culturale “Borghi d’Europa”, in collaborazione informativa con il Parlamento Europeo.

www.dearivalta.it

 

Cicero”, progetto di comunicazione integrata creato per Versari Studio srl, software-house di Vittorio Veneto (Treviso) specializzata in informatica giuridica.

www.versari.it


 

UFFICIO STAMPA Holbein & Partners srl

Via Primo Maggio, 102 – 31030 Carbonera (TV)

www.holbein.it

mercoledì 2 ottobre 2024

SAPORI GOURMET: LA CUCINA, NON IL SOLITO RISTORANTE A RHO

 




Milano, 2 ottobre 2024- La Redazione di Borghi d’Europa ha avuto il piacere di scoprire i patti gourmet de La Cucina, non il solito Ristorante, situato a Rho e nato nel 2020 durante la pandemia, per volere dello Chef Patron Gaetano Marinaccio e di Nadia Petronio.

Entrambi hanno una formazione alberghiera e nella ristorazione, che li ha portati a cercare un locale con alle base un’idea precisa da trasmettere nel piatto in un ambiente intimo e ben curato.

Gaetano Marinaccio, di origini campane, ha raccontato che la Cucina è nato con l’obiettivo di proporre all’attenta clientela una cucina italiana (con tracce mediterranee), rivisitata con innovazione e creatività, dove non esiste più la tradizionale differenza tra antipasto, primo e secondo, utilizzando materie prime d’alta qualità.

Altrettanto importante è la filosofia no waste: non si butta via mai niente, nemmeno le scorze o tutto quello comunemente definito nelle cucine di scarto e si cerca di riutilizzarlo, come nel caso dei panificati, uno degli assi nella manica del Ristorante a Rho.

Ogni settimana viene realizzato dell’ottimo pane fatto in casa, partendo dalla tipologia e forma del pane e dall’impasto: nel pranzo degustativo per Borghi d’Europa e la stampa, la fonte d’ispirazione è stata il filone.

Ora da poco al timone della cucina di questo ristorante gourmet c’è il giovane Chef Mirko Di Geronimo, lombardo con origini abruzzesi, che ha maturato importanti esperienze a Londra e Parigi , che può così mostrare la sua creatività ai fornelli, con la supervisione del nume tutelare Gaetano Marinaccio.

La Cucina a Rho è aperto solo e sempre alla sera a cena, dal lunedì al sabato e normalmente, per permettere alla clientela di godersi una full immersion del gusto, vengono consigliati i menù degustazione da 5 portate più 1, da 6 più 1 e da 7 piu una, dove vengono sempre aggiunti il benvenuto dello Chef, gli interessanti panificati della settimana con l’Olio Evo e i prodotti di piccola pasticceria artigianale.

A tavola dopo uno snack di benvenuto sfizioso e ricercato ( come la tartelletta francese con la spuma di caprino e il Macaron con Auricchio e tartufo) e accompagnato da un Franciacorta Berlucchi ’61 Blanc de Blanc (Gaetano Marinaccio è Brand Ambassador di Berlucchi), si sono susseguiti portate colorate ed eleganti come la Muggine Frollata, la Parmigiana Confusa e la Triglia in Bottone, abbinate a un Lugana Superiore 2022 di Ottella e al Blend 2016 di Falanghina e Biancolella di Villadora.

Poi, il piatto Pasta, Pane e Pomodoro, ben equilibrato (Pasta di Semola fatta a mano con polpa di pomodoro, condita con salsa di pomodoro cotto 3 ore, Olio Evo, sale e polvere di pomodoro e basilico) e quello Che Barba, una proposta vegetale innovativa, con alla base una Millefoglie di Barbabietola al vapore con nocciole, bietoline e spuma di parmigiano e acqua di menta.

Prima del caffè coi piccoli prodotti di pasticceria artigianale, è stato sorseggiato un calice da meditazione del Blend Vesuvio 2015 da uve Aglianico e Piedirosso di Villadora.

Il concetto di rivisitazione in chiave creativa ed elegante senza sprechi di grandi must della tradizione culinaria del Belpaese è assolutamente stato trasmesso da parte dell’intero Staff del Cucina di Rho: così va bene!